SIMPATIA, ANTIPATIA, EMPATIA

Ci sono alcune persone che attirano naturalmente le altre, grazie alla loro spontanea dolcezza, alla loro energia, che emerge senza che facciano nessun particolare gesto. Altre, invece, hanno un effetto contrario, provocando un allontanamento, nonostante gli sforzi nei confronti del prossimo. Da cosa può dipendere tutto questo? E' una causa psicologica o spirituale? 

Volendo un po' semplificare la domanda potremmo chiederci come si genera l'antipatia e la simpatia, per cui nel rispondere le riflessioni avranno un carattere perlopiù psicologico e non spirituale.

Una cosa che bisogna fare prima di parlare di simpatia, antipatia è chiarire il concetto di atteggiamento. Alcuni studiosi definiscono l'atteggiamento come l'insieme di componenti cognitive, affettive e conative.

Le prime si riferiscono ai pensieri relativamente all'oggetto con cui interagiamo, mentre le seconde sono i sentimenti e le emozioni che proviamo. Le componenti conative sono invece le intenzioni che ci spingono ad agire. Per fare un esempio molto semplice, diciamo che quando al supermercato ci soffermiamo a guardare un prodotto, sperimentiamo tutte queste componenti.

Quella cognitiva si riferisce a ciò che sappiamo di quel prodotto: le sue caratteristiche, gli ingredienti, le garanzie di sicurezza, le esperienze precedenti fatte da noi stessi o da altre persone che ci hanno informato al riguardo. L'affettiva si riferisce a ciò che proviamo guardando quel prodotto: curiosità, senso di sicurezza, golosità, disgusto. Invece, la componente conativa è quella che ci fa decidere di acquistare o non acquistare il prodotto esposto.

La componente affettiva è considerata il cuore degli atteggiamenti. Un atteggiamento perdura anche se la componente cognitiva manca o è stata dimenticata e, cosa importante da sottolineare, il contenuto cognitivo non determina in modo automatico la componente affettiva. Quest'ultima è più durevole nel tempo e più centrale di quella cognitiva: un atteggiamento sperimentato una volta tende a ripresentarsi un'altra volta. E' la componente afferriva che i pubblicitari vogliono influenzare ( e ci riescono!)

I sentimenti di simpatia e antipatia sono strettamente correlati all'atteggiamento.

L'antipatia è una forma più o meno intensa di avversione contro le persone o le cose. Il termine antipatia deriva dal greco antipátheia che significa sentimento avverso. Essa può avere origine all'interno della persona o può avere cause esterne; può essere individuale o collettiva e può essere momentanea o duratura. 

L'antipatia si evidenzia con l'uso del linguaggio, ma ancor più attraverso la comunicazione non verbale, come lo sguardo, la mimica facciale, la postura, l'orientamento del corpo nello spazio e così via.

Nasce spesso da fattori superficiali, come abbigliamento, gestualità, caratteristiche fisiche, modalità di comunicazione che evidentemente ci colpiscono negativamente. Anche macro fattori come lo stile di vita, la cultura di provenienza o il tipo di alimentazione possono essere alcuni fattori scatenanti dell'antipatia.

È possibile che si provi antipatia verso qualcuno o qualcosa ritenuto portatore di esperienze negative o comunque che in passato non ci abbia fornito ricompense o rinforzi positivi, oltre alle persone che non elaborano idee e pensieri come i nostri e attuano comportamenti diversi. È più facile provare antipatia nei confronti di qualcuno o qualcosa, se il luogo d'incontro è stato tutt'altro che piacevole (ad esempio rumoroso o insidioso).

Opposto all'antipatia è il sentimento della simpatia. Deriva dal greco SYMPATHEIA, parola composta che, letteralmente, significa patire insieme, provare emozioni con.

La simpatia nasce quando i nostri sentimenti ed emozioni provocano simili sentimenti anche in un'altra, creando uno stato di "sentimento condiviso".

Tra questi due fenomeni(antipatia e simpatia), forse quello meno profondamente è quello dell'empatia, anche se ultimamente la parola viene usata e abusata in tante situazioni e, purtroppo, non sempre nella corretta accezione. L'empatia è la capacità di comprendere lo stato d'animo di chi ci è vicino, indipendentemente che quest'ultimo stia provando emozioni e sentimenti positivi o negativi. È ciò che, in parole semplici, viene definito mettersi nei panni dell'altro. 

Nelle scienze umane, il termine empatia descrive l'atteggiamento di una persona verso gli altri caratterizzato da un impegno di comprensione dell'altro, indipendentemente dalle implicazioni affettive e i giudizi etici o morali.

Questo in maniera molto sintetica e ciò che avviene a livello psicologico nell'uomo. Il cristiano non è chiamato a rendersi simpatico alla gente, come nemmeno antipatico, per quanto dipenda da noi, ma uniformare la sua vita a quella di Cristo, consapevoli che c'è come un odio ingiustificato per chi fa sul serio nell'osservanza dei precetti evangelici.

D'altronde l'ha detto Gesù stesso "hanno perseguitato me perseguiteranno anche voi".

A CURA DI

"Fai quello che puoi e chiedi quello che non puoi. Ed Egli farà in modo che tu possa" 

Don Carmelo Rizzo

Responsabile protempore

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