AVARIZIA

L'avarizia è l'amore disordinato dei beni terreni, chiamati comunemente « beni di fortu­na », peccato più o meno gra­ve, secondo che offende più o meno gra­vemente la carità o la giustizia.

Se il cuore umano è dominato da que­sto vizio, ad altro non pensa e non mira che alla ricchezza; diventa schiavo del denaro, sino ad adorare come Dio la mo­neta.

Gli avari, propriamente detti, non so­no molti; costoro si privano del neces­sario pur di accumulare denaro. Però gli attaccati alle ricchezze più del giusto, so­no in gran numero. Per convincersi di ciò, basta vedere con quale avidità si compera e si vende, quante liti si sosten­gono ed a quanti sacrifici si va incontro per accrescere il proprio guadagno.

Non è da confondersi con l'avarizia il giusto desiderio di guadagnare del de­naro, per sovvenire ai propri bisogni ed a quelli della famiglia; neppure è avarizia quel senso di economia, per cui si limi­tano le spese non necessarie, allo scopo di mettere da parte qualche cosa per gl'im­previsti della vita.

Conseguenze

Il desiderio di arricchire suole spin­gere all'usura. Quanti usurai fanno piangere intere famiglie, spillando denaro a più non posso. Questi sono chiamati strozzini, perché strozzano il prossimo, prendendolo per la gola.

L'amore sregolato al denaro fa froda­re anche la giusta mercede all'operaio. Il lavoro dev'essere retribuito come si conviene, cioè la paga dev'essere in rap­porto alla fatica ed all'abilità. L'avaro invece esige molto lavoro e re­tribuisce poco, dando così motivo di be­stemmiare e d'imprecare. L'amore al denaro mette a tacere anche la voce del sangue: quante liti in famiglia e quanti delitti a causa l'ere­dità.

Giuda tradì Gesù Cristo per trenta de­nari; e chiunque si lascia vincere dall'amo­re ai beni di questo mondo, non c'è ma­le che non possa commettere, davanti alla possibilità di arricchire ancora.

IL NECESSARIO

L'esempio di Gesù.

I beni di questo mondo ci sono stati dati da Dio come mezzo di sostenimento; non bisogna dunque attaccarvi troppo il cuore e cambiare così il mezzo col fine. Gesù diede al mondo l'esempio del più completo distacco dai beni terreni, per far comprendere che le vere ricchezze sono quelle celesti. Egli perciò volle una Ma­dre povera ed un Padre Putativo povero; nacque nella massima povertà; lavorò e visse da povero, sino a dire ad un tale che voleva seguirlo: Gli uccelli dell'aria hanno i loro nidi e le volpi le loro tane, ma il Figlio dell'uomo non ha neppure dove posare il capo.

Gocce di Luce

Gesù amava i poveri, sino a chiamarli beati, e proclamò questo solennemente quando disse alla moltitudine dall'alto di una montagna: Beati i poveri di spirito, cioè i distaccati dalle ricchezze, perché di essi è il regno dei Cieli!

Ma mentre il Divin Maestro ai poveri dice questo, ai ricchi rivolge parole terri­bili: Guai ai ricchi! E' più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, anziché un ricco entrare in Paradiso! - Ciò

« Guardate gli uccelli dell'aria; non seminano, non mietono e non raccolgono nei granai; ep­pure il vostro Padre Celeste li nutre. Non valete voi più di molti uccelli? E chi di voi, pensando, può aggiungere alla sua statura un solo cubito? E del vesti­to perché vi preoccupate? Conside­rate come crescono i gigli del campo; non lavorano e non tessono. Ed io vi dico che neppure Salomone nella sua glo­ria fu coperto come uno di essi. Se adun­que l'erba del campo, che oggi c'è e do­mani si getta nel fuoco, Iddio veste in tale modo, quanto più vestirà voi, uo­mini di poca fede? Non vogliate perciò essere troppo solleciti, dicendo: Che co­sa mangeremo o che cosa berremo o come ci copriremo? - Tutte queste cose infatti cercano i pagani. Sa il vostro Padre Ce­leste che voi abbisognate di tutte queste cose ».

Antidoto

La parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio. (Eb 4-12)

Ricordati di aggrapparti alla Parola di Dio per resistere alla tentazione fino a quando non l'accuserai in confessionale, lavacro di ogni macchia e arma per sciogliere ogni catena.

« Non vogliate affaticarvi per guadagnare tesori sulla ter­ra, tesori che la ruggine e la tignola di­struggono e che i ladri dissotterrano e rubano. Procuratevi invece tesori per il Cielo fatevi degli amici con la ricchezza disonesta (col denaro), perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne

Il Signore in tal modo ci esorta a te­soreggiare per il Paradiso e ci dice di servirci del denaro per assicurarci la feli­cità eterna. Chi infatti fa buon uso del denaro, esercitando la cristiana carità, sconta i peccati e si arricchisce di tesori, che troverà in Cielo quando verrà meno con la morte.

Ma mentre è promesso il Paradiso a chi fa buon uso delle ricchezze, è minac­ciato il fuoco dell'inferno a chi non fa carità, avendone la possibilità.

Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena (Gv 15,9-11)

C'è più gioia nel dare che nel ricevere (Atti 20-35)

La virtù opposta all'avarizia è la li­beralità, la generosità e quindi la carità.

Infine l'avarizia (come già la superbia) ha sette figlie: la durezza di cuore, l'inquietudine, la violenza, la bugia, lo spergiuro, la frode e il tradimento. Questi atteggiamenti possono trascinare nel vortice di un grave peccato.

Il peccato è sì un atto personale, ma abbiamo una responsabilità nei peccati commessi dagli altri, quando vi cooperiamo:

- prendendovi parte direttamente e volontariamente;

- comandandoli, consigliandoli, lodandoli o approvandoli;

- non denunciandoli o non impedendoli, quando si è tenuti a farlo;

- proteggendo coloro che commettono il male.

Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia