SAN GIOVANNI EVANGELISTA

Giovanni nacque a Betsaida intorno al I secolo d.C. Figlio di Zebedeo e Salome e fratello dell'apostolo Giacomo il Maggiore, è stato uno degli apostoli di Gesù e prima discepolo di Giovanni Battista. E' riconosciuto dalla tradizione cristiana come l'autore del IV Vangelo, e per questo gli viene attribuito l'epiteto di "evangelista". All'interno della cerchia dei dodici apostoli, di cui lui era il più giovane, veniva identificato come <<il discepolo che Gesù amava>>. 

E' stato partecipe dei principali eventi della vita e del ministero del Maestro, unico degli apostoli presente alla sua morte in croce. Inoltre, vengono a lui attribuite i seguenti scritti neotestamentari: -Il Vangelo secondo Giovanni; -le Tre lettere di Giovanni; -l'Apocalisse di Giovanni; -l'Apocrifo di Giovanni. Gli vennero successivamente conferite altre opere, divise tra: -Canoniche, cioè incluse tra i libri della Bibbia. -Apocrife, ovvero escluse dalla Bibbia. Per la profondità speculativa dei suoi scritti è stato tradizionalmente indicato come il "teologo" per antonomasia, raffigurato artisticamente col simbolo dell'aquila: così come questa è infatti in grado di fissare il sole, anche lui nel suo Vangelo fissò la profondità della divinità. Paolo lo descriveva come una "colonna" della chiesa insieme a Pietro e a Giacomo. Si dice che morì in tarda età presso Efeso, tra il 98-99 e il 104 d.C .

Fu l'ultimo sopravvissuto dei dodici apostoli. Viene ricordato il 27 dicembre di ogni anno. 

Per approfondire: Etimologia: Giovanni : dall'ebraico Il Signore è benefico , Dono del Signore

Curiosità: La prima volta che vide Maria Santissima fu al banchetto di nozze a Cana di Galilea, ove Gesù lo aveva condotto con gli altri primi quattro discepoli che aveva da poco chiamato. L'anima ardente e verginale di san Giovanni, cui non sfuggiva nulla, dovette rimanere incantato alla vista della Madre di Gesù. Di fatti a distanza di tanti anni riportò l'episodio nel suo Vangelo, con quella stessa precisa "memoria cordis" che lo spinse a ricordare l'ora esatta in cui lasciò tutto per seguire il Maestro. Trovò Maria intenta ad aiutare i conoscenti o i parenti nella celebrazione della loro festa nuziale, dunque la conobbe nell'esercizio della più squisita e concreta carità, attenta e vigile, come dimostra il fatto che Ella per prima si accorse della mancanza del vino. Don Dolindo Ruotolo, nel suo commento a questo testo evangelico, affiancato da altri studiosi, ha notato in particolare che il venir meno del vino era dovuto alla presenza inaspettata degli apostoli, che dunque non erano stati calcolati per il banchetto. Gesù vi sarebbe andato quindi non principalmente per gli sposi ma per Maria, probabilmente per affidare i Suoi alla Madre. Tale filiale premura di Gesù, fu ricambiata dalla materna delicatezza di Lei che certamente usò loro particolari riguardi, non ultimo quello di servirgli il buon vino. 

Questo incontro dovette rimanere particolarmente impresso nella memoria del giovane Apostolo anche per un altro motivo: fu lì che ricevette il dono preziosissimo della fede nella divinità di Gesù. Termina infatti il suo racconto dicendo: «Tale fu, a Cana di Galilea, il primo dei miracoli fatti da Gesù, ed Egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui». Anche gli occhi di Giovanni si aprirono alla luce soprannaturale della fede, «ma non senza la cooperazione di Maria, indivisibile da Cristo» come osserva il noto mariologo padre Gabriele Roschini commentando l'episodio evangelico. San Giovanni conobbe qui, anche se in modo "primitivo", la materna mediazione di Maria, e la volle testimoniare nel suo Vangelo.

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