GLI IDOLI

Parte I

E' necessario fare una piccola introduzione per spiegare cosa significa la parola idolo e come dobbiamo rapportarci con esso. Iniziamo subito dicendo che il termine deriva dalla lingua greca e traduce sommariamente la parola immagine, usata sia per indicare un idolo che per indicare un' icona.

L'idolo fa riferimento direttamente all'immagine, mentre l' icona in senso pratico è come quella che si clicca sul desktop del computer, sulla quale si aprono tante finestrelle e figure su cui spaziare e riflettere. E' su quest'ultimo concetto che dobbiamo cercare di rapportarci su tutte quelle che sono le immagini sacre.

Se ad esempio la mia preghiera si rivolge solamente alla statua, senza andare oltre, mi rapporto a quell'immagine come per un idolo; se invece la statua di Gesù crocifisso mi fa entrare in una contemplazione, pensando al dolore, alla sofferenza che ha dovuto subire Gesù per me, alla vittoria sulla morte e al peccato[...] e questo momento si trasforma in preghiera, vuol dire che mi rapporto con la statua come uno strumento di elevazione (icona appunto).

Ora ciò che condanna la Sacra Scrittura e la Chiesa è l'idolatria e mai la venerazione delle icone, anche se il confine tra idolo ed icona è molto labile e tanti spesso non se ne rendono conto.

Per affrontare il discorso in maniera più esaustiva ci riferiamo alla spiegazione che da il Catechismo della Chiesa Cattolica sul primo comandamento che va dai numeri 2083-2141.

Il numero 2083 inizia così :

« Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di schiavitù: non avrai altri dei di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo, né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai (Es 20,2-5).

Nell'esplicita affermazione divina: "Io sono il Signore tuo Dio" è incluso il comandamento della fede, della speranza e della carità. Se noi riconosciamo infatti che egli è Dio, e cioè eterno, immutabile, sempre uguale a se stesso, affermiamo con ciò anche la sua infinita veracità; ne segue quindi l'obbligo di accogliere le sue parole e di aderire ai suoi comandi con pieno riconoscimento della sua autorità. Se egli inoltre è Dio, noi ne riconosciamo l'onnipotenza, la bontà, i benefici; di qui l'illimitata fiducia e la speranza. E se egli è l'infinita bontà e l'infinito amore, come non offrirgli tutta la nostra dedizione e donargli tutto il nostro amore? Ecco perché nella Bibbia Dio inizia e conclude invariabilmente i suoi comandi con la formula: Io sono il Signore ».

La fede

La nostra vita morale trova la sua sorgente nella fede in Dio che ci rivela il suo amore. San Paolo parla dell'obbedienza alla fede(Rm 1,5) come dell'obbligo primario.

Egli indica nell'« ignoranza di Dio » il principio e la spiegazione di tutte le deviazioni morali (Rm 1,18-32). Il nostro dovere nei confronti di Dio è di credere in lui e di rendergli testimonianza.

Il primo comandamento ci richiede di nutrire e custodire la nostra fede con prudenza e vigilanza e di respingere tutto ciò che le è contrario. Ci sono diversi modi di peccare contro la fede:

Col dubbio volontario trascuratezza o rifiuto di ritenere per vero ciò che Dio ha rivelato e che la Chiesa ci propone a credere.

Col dubbio involontario: i esitazione a credere, la difficoltà nel superare le obiezioni legate alla fede, oppure anche l'ansia causata dalla sua oscurità. Se viene deliberatamente coltivato, il dubbio può condurre all'accecamento dello spirito.

Con l'incredulità: noncuranza della verità rivelata o il rifiuto volontario di dare ad essa il proprio assenso.

« Viene detta eresia l'ostinata negazione, dopo aver ricevuto il Battesimo, di una qualche verità che si deve credere per fede divina e cattolica, o il dubbio ostinato su di essa; apostasia, il ripudio totale della fede cristiana; scisma, il rifiuto della sottomissione al Sommo Pontefice o della comunione con i membri della Chiesa a lui soggetti ».

La speranza

Quando Dio si rivela e chiama l'uomo, questi non può rispondere pienamente all'amore divino con proprie forze. Deve sperare che Dio gli donerà la capacità di contraccambiare il suo amore e di agire conformemente ai comandamenti della carità. La speranza è l'attesa fiduciosa della benedizione divina e della beata visione di Dio; è anche il timore di offendere l'amore di Dio e di provocare il castigo.

Il primo comandamento riguarda pure i peccati contro la speranza, i quali sono la disperazione e la presunzione:

Per disperazione: l'uomo cessa di sperare da Dio la propria salvezza personale, gli aiuti per conseguirla o il perdono dei propri peccati. Si oppone alla bontà di Dio, alla sua giustizia - il Signore, infatti, è fedele alle sue promesse - e alla sua misericordia.

Per presunzione: la presunzione delle proprie capacità (sperando di potersi salvare senza l'aiuto dall'alto), oppure per la presunzione dell' Onnipotenza e della Misericordia di Dio (sperando di ottenere il suo perdono senza conversione e la gloria senza merito).

La carità

La fede nell'amore di Dio abbraccia l'appello e l'obbligo di rispondere alla carità divina con un amore sincero. Il primo comandamento ci ordina di amare Dio al di sopra di tutto, e tutte le creature per lui e a causa di lui.

Si può peccare in diversi modi contro l'amore di Dio:

con l'indifferenza , incurante della carità divina o rifiuto di prenderla in considerazione; ne misconosce l'iniziativa e ne nega la forza.

con l'ingratitudine, che tralascia o rifiuta di riconoscere la carità divina e di ricambiare a Dio amore per amore;

con la tiepidezza, cioè un'esitazione o una negligenza nel rispondere all'amore divino; può implicare il rifiuto di abbandonarsi al dinamismo della carità.

con l'accidia o pigrizia spirituale giunge a rifiutare la gioia che viene da Dio e a provare repulsione per il bene divino.

con l'odio di Dio che nasce dall'orgoglio. Si oppone all'amore di Dio, del quale nega la bontà e che ardisce maledire come colui che proibisce i peccati e infligge i castighi.

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"Fai quello che puoi e chiedi quello che non puoi. Ed Egli farà in modo che tu possa"

DON CARMELO RIZZO

Direttore Spirituale

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