INTERVISTA ALL'ASSOCIAZIONE "COMUNICARE PER VIVERE"

-Quando è nata questa associazione?

È nata nel febbraio del 2015. Siamo un gruppo di assistenti alla comunicazione e all'autonomia. Nel 2014 abbiamo partecipato a un corso di formazione per la comunicazione e poi abbiamo pensato di dar vita a un'associazione di persone specializzate.

-Chi la rappresenta e quanti ne fanno parte? 

La rappresentante è Lavinia Di Falco e la vice presidente è Irene Incorvaia; ve ne fanno parte una decina di soci.

-Richiama anche volontari?

Certamente! È aperta a tutti; siamo disponibili ad accogliere chiunque desideri collaborare con l'associazione.

-Di che cosa vi occupate?

Noi ci occupiamo principalmente di integrazione, non solo a livello scolastico ma anche nel mondo al di fuori di esso, e il tema che ci sta più a cuore è la disabilità. In genere operiamo all'interno delle scuole, ma siamo soliti organizzare anche degli eventi che danno modo ai ragazzi di partecipare alla vita sociale tale da renderli più autonomi e socievoli.

-Avete realizzato delle giornate il cui scopo è quello di sensibilizzare le persone sul tema dell'autismo?

Ci siamo occupati dell'autismo in due giornate: la prima volta, l'1 aprile 2015, abbiamo celebrato la giornata mondiale della consapevolezza dell'autismo coinvolgendo i ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado, con i quali abbiamo concluso l'evento presentando dei lavori al chiostro San Francesco. In principio siamo partiti con altre attività, quali ad esempio l'AperiLIS, un aperitivo organizzato appositamente per venire incontro alle esigenze delle persone sorde, realizzando un menù apposito per gli stessi; per farli sentire a loro agio abbiamo deciso di ordinare "con le mani", cioè appunto con il linguaggio dei segni. Un altro evento è stato la degustazione di vini con i non vedenti tramite un menù scritto in codice Braille, al fine di metterli a conoscenza di ciò che stessero bevendo. I ragazzi dell'associazione hanno animato la serata con le loro attività.

-Avete mai riscontrato nei ragazzi delle difficoltà di integrazione nella vostra associazione o nella società?

Il nostro obiettivo è proprio quello di abbattere le barriere psicologiche. Tramite la nostra attività abbiamo compreso che le persone comunemente chiamate "disabili" possiedono capacità maggiori alle nostre: riescono infatti a sviluppare meglio i sensi di cui hanno facoltà, a differenza della gente comune.

-Si tratta più di una missione o di un lavoro?

Oltre che una missione è anche una passione, che trova accrescimento giorno dopo giorno.

-La vostra attività dona soddisfazioni?

Si, soprattutto quando vediamo i risultati del nostro operato.

-Cosa vorrebbe dire a coloro che non accettano i ragazzi affetti da autismo?

Non si può giudicare una persona affetta da autismo, la quale ha come unica "diversità" quella di vedere il mondo da un'altra prospettiva. Notiamo che spesso la discriminazione si manifesta sotto forma di esclusione della persona "disabile", soprattutto nell'ambiente scolastico. Il nostro auspicio è, per quanto detto, che si smetta di aver paura e vergogna della disabilità.

A CURA DI

La preghiera è la Benedizione di Dio sui tuoi desideri

Chiara Malfitano

Giuseppe Bruna

Giuseppe Vitali

Federica Malfitano


L'Eco di Maria

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