RITA LEVI-MONTALCINI

Rita Levi-Montalcini è nata nel 1909 a Torino, entra alla scuola medica di Levi all'età di vent'anni, dove si laurea nel 1936. Intenzionata a proseguire la sua carriera accademica come assistente e ricercatrice in neurobiologia e psichiatria, è costretta, a causa delle leggi razziali emanate dal regime fascista nel 1938, ad emigrare in Belgio insieme a Giuseppe Levi.

La passione per la sua materia comunque la sospinge e le dona la forza per andare avanti, tanto che continua le sue ricerche in un laboratorio casalingo. Nel suo girovagare, nel '43 approda a Firenze, dove vivrà in clandestinità per qualche anno, prestando la sua collaborazione come medico volontario fra gli Alleati.

Nel '45 Rita torna nella sua città natale, riprendendo con più serenità le sue importanti ricerche insieme a Levi, sempre in un laboratorio domestico. Poco dopo riceve un'offerta difficilmente rifiutabile dal Dipartimento di Zoologia della Washington University (St. Louis, Missouri). La giovane Rita accetta il prestigioso incarico e l'America diventerà una sorta di sua seconda patria, vivendoci fino al 1977.

Dal 1961 al 1969 dirige il Centro di Ricerche di Neurobiologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Roma) in collaborazione con l'Istituto di Biologia della Washington University. Dal 1969 al 1979 il Laboratorio di Biologia cellulare. Dopo essersi ritirata da questo incarico "per raggiunti limiti d'età" continua le sue ricerche come ricercatore e guest professor dal 1979 al 1989. Invece dal 1989 al 1995 lavora presso l'Istituto di Neurobiologia del CNR con la qualifica di Superesperto.

È membro delle più prestigiose accademie scientifiche internazionali, quali l'Accademia Nazionale dei Lincei, l'Accademia Pontificia, l'Accademia delle Scienze detta dei XL, la National Academy of Sciences statunitense e la Royal Society.

Rita Levi Montalcini è da sempre molto attiva anche in campagne di interesse sociale, per esempio contro le mine anti-uomo e per la responsabilità degli scienziati nei confronti della società.

Nel 1992 istituisce, assieme alla sorella gemella Paola, la Fondazione Levi Montalcini. Quest'ultima rivolta alla formazione e all'educazione dei giovani, nonché al conferimento di borse di studio a giovani studentesse africane a livello universitario. L'obiettivo è quello di creare una classe di giovani donne che svolgano un ruolo di leadership nella vita scientifica e sociale del loro paese.

La grande scienziata muore nel 2012 a Roma, lasciandoci in eredità scoperte di notevole importanza, che si dimostreranno fondamentali per la prosecuzione delle ricerche scientifiche.


"Ho perso un pò la vista, molto l'udito. Alle conferenze non vedo le proiezioni e non sento bene. Ma penso più adesso di quando avevo vent'anni. Il corpo faccia quello che vuole, io non sono il corpo: io sono la mente"

E' questa la citazione che forse meglio racchiude una delle più brillanti personalità dei nostri tempi: Rita Levi-Montalcini. La sua lunga vita costituisce un esempio stimolante e incoraggiante di come, nonostante i vari ostacoli posti di fronte a noi dalle circostanze della nostra esistenza, sia possibile affermare noi stessi e i nostri valori, con passione ed impegno.

Non dimentichiamo infatti che gli anni della sua giovinezza furono segnati dall'incombere della guerra e di tutte le sue tragiche conseguenze, soprattutto quelle che riguardavano l'essere una donna ebrea in quel determinato periodo storico.

Contro di lei si scagliarono le leggi razziali, nonché i limiti imposti da una società caratterizzata ancora da una profonda diseguaglianza tra uomo e donna. Prevalsero però le sue idee e la sua grande determinazione, che le fruttarono molti riconoscimenti da parte della comunità scientifica e non, arrivando ad assumere importanti ruoli anche sul piano politico.

Oltre che nell'attività di ricerca che le fa onore, si è impegnata anche in campagne di interesse politico e sociale, come la lotta contro le mine anti-uomo o la fondazione della Rita Levi-Montalcini, rivolta alla formazione dei giovani e al conferimento di borse di studio universitarie a giovani studentesse africane.

Significativo anche l'impegno nella prevenzione dei conflitti legati allo sfruttamento delle risorse naturali. E' innegabile l'impronta lasciata da questa donna nel mondo moderno.

Ancora più grande può essere quello che noi possiamo ricavarne per noi stessi: lo stato fisico, così come tutti gli eventi che possono colpire ognuno di noi, ha un'importanza effimera di fronte alla straordinaria forza della mente, dell'anima, o più in generale per ciò che ha valore nella nostra singolare vita. Disse: "la vita merita di essere vissuta solo se crediamo nei valori, perché questi rimangono anche dopo la nostra morte". Ecco perché Rita Levi-Montalcini costituisce un grande modello cui propendere nei nostri obiettivi di realizzazione, qualunque essi siano e qualunque sia la difficoltà del percorso. "Non è l'assenza di difetti che conta, ma la passione, la generosità, la comprensione e simpatia del prossimo [...] l'accettazione di noi stessi con i nostri errori e le nostre debolezze."

Oggi in molti non ricordano quale fu il merito della scoperta che le valse il Nobel che le venne assegnato nel 1986. Le venne assegnato (assieme al biochimico statunitense Stanley Cohen) per aver saputo individuare alcune molecole importanti nello sviluppo embrionale.

Queste molecole sono definite fattori di crescita nervoso, note come Nerve growth factor (Ngf). Esso permette la crescita delle cellule del sistema nervoso periferico, e viene definita una molecola vitale. Da allora, quando si pensava che essa fosse legata soltanto al sistema nervoso, si è capito che gioca un fattore primario anche in altri contesti. Ad esempio possibili terapie legate all'Alzheimer oppure per stimolare attraverso un virus innocuo iniettato direttamente nel cervello la formazione di neuroni nelle aree danneggiate del cervello stesso.

A CURA DI

"La bellezza delle cose esiste nella mente di chi le osserva"

Kristal Aquilino

Redattrice

"La grandezza dell'uomo si misura in base a quel che cerca e all'insistenza con cui egli resta alla ricerca "

Giuseppe Bruna

Caporedattore

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