GLI ARCANGELI

L'etimologia deriva dal greco antico: ἀρχάγγελος, archànghelos, composto dalle parole αρχειν, "àrchein", comandare e αγγελος, "ànghelos", angelo (la traduzione letterale è "angelo capo" o "capo degli angeli"). 

Nella tradizione giudeo-cristiana vi sono sette arcangeli, ma non c'è accordo sui loro nomi; 

mentre nei libri canonici della Bibbia, ve ne è uno solo, sempre menzionato al singolare e riferito solo a Michele.


Non ci sono espliciti riferimenti agli arcangeli nel Vecchio Testamento, solitamente si trovano menzioni più generali ad angeli. Essi compaiono,a partire dal Pentateuco, nelle storie di:

  1. Abramo (che incontrò tre angeli presso il luogo detto "le Querce di Mamre", che gli annunciarono la nascita del figlio tanto atteso, Isacco)
  2. Giacobbe (che lottò con Dio e in quella stessa notte ricevette da Dio un nuovo nome, Israele, che in aramaico significa "forte con Dio")
  3. Lot (che fu avvertito da un angelo riguardo agli impedimenti per la costruzione delle città di Sodoma e Gomorra)

Intensificarono, poi, la loro presenza nei libri più tardi come quello di Daniele.


sette arcangeli (o angeli sempre alla presenza di Dio) compaiono nel libro di Tobia . Secondo il libro di Tobia 12,1.5-15,20: "... Io sono l'angelo Raffaele, uno dei sette che stanno davanti al Signore. È ormai tempo che io torni a Colui che mi ha mandato; voi dunque benedite Dio e fate conoscere a tutti le Sue meraviglie".

I tre più alti arcangeli sono comunemente identificati come: Michael, Raphael e Gabriel. C'è invece confusione nelle fonti, riguardo agli altri arcangeli: Uriel, Sariel, Samael, Raguel, Remiel, Zadkiel, Jophiel, Haniel e Chamuel.

Il Nuovo Testamento parla molto raramente di angeli, e fa solo due riferimenti a un arcangelo: chiamato Michele in Giuda 1:9 e innominato I Tessalonicesi 4:16, dove la «voce dell'arcangelo» è sentita al ritorno di Cristo. Alla luce di Mt 24,31 dovrebbe trattarsi sempre di Michele, costantemente considerato capo degli angeli nel resto delle Sacre Scritture (cfr. Dn 10 e Ap 12,7). Contrariamente alla credenza popolare, Gabriele non è mai chiamato Arcangelo nei Vangeli.

A partire dall'VII Secolo la chiesa cattolica consente la venerazione e invocazione dei soli Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. In passato era molto diffusa l'invocazione di Uriel (Fuoco di Dio) come quarto Arcangelo, ma fu esplicitamente proibita nel concilio di Aquisgrana in quanto i nomi degli altri Arcangeli non sono contenuti nella Bibbia.

IL LORO RUOLO

Innanzitutto bisogna premettere che la parola angelo non indica la natura ma la funzione. Come dice S. Agostino, la natura degli angeli è quella di essere delle creature di Dio che a differenza degli uomini, che sono degli spiriti incarnati, sono dei puri spiriti.

Il loro ruolo si evince dallo stesso nome, in quanto sono i messaggeri di Dio, che vengono inviati agli uomini per portare dei particolari messaggi.

La funzione dell'arcangelo Michele (chi è come Dio) è quella di difendere il nome di Dio e la sua Signoria, per cui difende la Chiesa ( Corpo Mistico formato dal capo che è Gesù Cristo mentre i battezzati ne sono le membra) contro gli angeli ribelli a Dio il cui capo è lucifero. Compito proprio dei demoni nei confronti degli uomini è quello di farli allontanare da Dio, attraverso la loro azione ordinaria che è appunto la tentazione. Quest'ultima di conseguenza mira a far commettere il peccato, che una volta commesso si sperimenta la lontananza da Dio e la perdita della serenità.

Per quanto riguarda l'arcangelo Gabriele il nome deriva dall'ebraico e significa: "Potenza di Dio", "Dio è forte". I riferimenti a Gabriele sono sempre e soltanto in qualità di 'angelo' ossia messaggero e mai di 'arcangelo'. Nell'Antico Testamento Gabriele interpreta la visione profetica del capro e del montone (Daniele 8:15-26) e spiega la predizione delle settanta settimane di anni (490 anni) dell'esilio da Gerusalemme (Daniele 9:21-27).

Nel Nuovo Testamento annuncia a Zaccaria la nascita del figlio Giovanni Battista e a Maria di Nazareth la nascita di Gesù Cristo (Luca 1:11-20). Gabriele può essere l'angelo che visitò Giuseppe. Dopo aver appreso della gravidanza di Maria, Giuseppe considera l'ipotesi di non sposarla più, ma "un Angelo del Signore" appare a Giuseppe in sogno e gli dice che il concepimento avviene mediante lo Spirito Santo (Matteo 1:18-25).

Secondo la tarda leggenda, è anche l'angelo non identificato del Libro della Rivelazione (Apocalisse di Giovanni) che soffia il corno annunciando il Giorno del Giudizio. Sia per i cattolici sia per gli ortodossi, è San Gabriele l'Arcangelo, conosciuto come il santo patrono dei lavoratori delle comunicazioni.

I musulmani credono,invece, che Gabriele sia stato l'angelo che rivelò il Corano a Maometto.

Mentre il nome Raffaele vuol dire "medicina di Dio" e si contrappone al significato del nome del demone Asmodeo: "colui che fa perire".
È l'angelo dell'amore sponsale e della salute. È, nella chiesa cattolica, come in quella ortodossa, il patrono di giovani, fidanzati, sposi, farmacisti, educatori, viandanti e profughi. Nell'iconografia cristiana i suoi simboli sono il pesce e il vaso dei medicamenti.

Raffaele è la guida ed il difensore del giovane Tobia, inviato da Dio per aiutarlo nel compito affidatogli dal padre ormai cieco di riscuotere un credito che questi aveva lasciato in una città della Media. Nel viaggio Raffaele procura a Tobia un felice matrimonio con la giovane Sara, la guarigione della stessa dai tormenti del demonio e del padre di Tobia dalla cecità.

Solo al termine della sua missione, egli si rivela, dichiarandosi "uno dei sette spiriti che sono sempre pronti ad entrare alla presenza della maestà del Signore" e incaricando di scrivere l'accaduto.

GLI ANGELI CUSTODI

L'angelo custode è un angelo che, secondo la tradizione cristiana, accompagna ogni persona nella vita, aiutandola nelle difficoltà e guidandola verso Dio. Egli è invocato con la tradizionale preghiera dell'Angelo di Dio.

Circa il momento in cui egli è affidato alla custodia degli uomini ci sono dei pareri un po' contrastanti tra i teologi. Alcuni sono favorevoli al fatto che viene affidato al momento del concepimento, invece, altri affermano che viene affidato da Dio al momento della nascita in quanto prima non ha bisogno della custodia che è esclusiva opera della madre che porta in grembo il suo bambino.

L'Angelo Custode indica l'esistenza di un angelo per ogni uomo, che lo guida, lo protegge, dalla nascita fino alla morte. È citata nel Libro di Giobbe, ma anche dallo stesso Gesù, nel Vangelo di Matteo, quando indicante dei fanciulli dice:

"Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli"

La Sacra Scrittura parla di altri compiti esercitati dagli angeli, come quello di offrire a Dio le nostre preghiere e sacrifici, oltre quello di accompagnare l'uomo nella via del bene.

I gesti che più offendono gli angeli custodi sono i peccati e più gravi sono più restano offesi, perché la loro funzione principale è appunto quella di custodire la nostra vita lontano dalle azioni peccaminose, che ci fanno allontanare da Dio.

A CURA DI

"Fai quello che puoi e chiedi quello che non puoi. Ed Egli farà in modo che tu possa"

Don Carmelo Rizzo

Responsabile protempore 

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