NO ALLE ECOMAFIE

Benvenuti in questo nuovo appuntamento con la rubrica "SalviAmo il Pianeta". Anche in questa edizione voglio parlarvi di un tema che ritengo delicato e di certo non molto in vista, ovvero del rapporto che intercorre tra la criminalità organizzata e l'ambiente. Ebbene si, le mafie hanno raggiunto con i loro terribili tentacoli anche il controllo dei settori legati all'ambiente, quali la produzione di energia elettrica con parchi eolici e solari, lo smaltimento di rifiuti indifferenziati e il trattamento delle acque reflue. Vi chiederete: perché proprio questi settori? Come disse il giudice Giovanni Falcone "seguite i soldi e troverete la mafia, è tutto lì": come si può desumere dalle parole molto chiare di uno dei padri del Maxiprocesso a Cosa Nostra, la criminalità organizzata va dove vi sono flussi di denaro. Data questa premessa, possiamo capire che le mafie puntano sul controllo delle energie rinnovabili perché promuovendo la loro costruzione ricevono non solo dallo Stato italiano ma anche e soprattutto dall'Unione europea ingenti quantità di denaro per favorirne la costruzione. Peccato che molti di loro vengano beccati nei loro affari malavitosi, come è accaduto a Vito Nicastri(il re dell'eolico), accusato e condannato per aver finanziato con i soldi ricavati dai suoi affari milionari la latitanza del boss Matteo Messina Denaro. Ma non è finita qui.

Altro settore su cui le mafie puntano molto è quello relativo allo smaltimento dei rifiuti. In base al "Documento sui traffici illeciti e le ecomafie" rilasciate alla Commissione parlamentare nell'ottobre 2000 e alcune inchieste presso le Procure di Roma e Asti , emergono alcuni dati inquietanti : la maggior parte dei rifiuti tossici provenienti dall'Italia finirebbe in Somalia. Alcuni testimoni, sentiti dai magistrati nel corso delle inchieste, hanno dichiarato che la cosiddetta "strada dei pozzi" è una strada che non va e non viene da nessuna parte perché unisce tre gigantesche discariche abusive. Gli stessi testimoni parlano di lavori di interramento di rifiuti tossici da parte di operai italiani, ma più spesso affidati a manodopera locale ignara dei gravi rischi per la salute.

Secondo un'inchiesta della DIA di Milano, in Mozambico opera dal 1996 una società specializzata nell'installazione di impianti per lo smaltimento di rifiuti di ogni genere. L'impresa ha ottenuto tutte le necessarie autorizzazioni per importare rifiuti da ogni parte del mondo; il problema è che non esiste alcun impianto e migliaia di tonnellate di rifiuti giacciono in una enorme discarica a cielo aperto. Quest'ultimo caso è stato oggetto di studio da parte della reporter del Tg3 Ilaria Alpi insieme al collega Mren Hrovatin, i quali indagavano da mesi sul presunto traffico di rifiuti tossici(perlopiù nucleari) e armi tra Italia e Somalia e per la quale probabilmente morirono(ma ancora non si conoscono i mandanti dell'attentato). Un traffico strategico per una nazione come l'Italia che ha la necessità di smaltire migliaia di tonnellate di rifiuti in eccesso e l'altra come la Somalia che vuole essere pagata soprattutto con armi.

In base ai dati appena esaminati emerge chiaramente che dietro tutti questi fatti potrebbe esserci anche la mano dello Stato, ma non per questo dobbiamo perdere la fiducia nei suoi confronti, anzi. Per questa ragione voglio concludere questo articolo con un messaggio di speranza, facendo mie alcune parole del giudice Falcone: la Mafia, in quanto fenomeno umano, non è destinato a durare ancora a lungo, ma perché possa essere sconfitto più in fretta è necessario che ciascuno di noi agisca giornalmente in conformità alla legge e provi ad allontanare da sé gli atteggiamenti tipicamente omertosi.

A CURA DI

"La grandezza dell'uomo si misura in base a quel che cerca e all'insistenza con cui egli resta alla ricerca "

Giuseppe Bruna

Caporedattore

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