LIBERO GRASSI

Libero Grassi nacque a Catania nel 1924, in una famiglia antifascista: era nato poco più di un mese dopo l'assassinio di Giacomo Matteotti. A otto anni la sua famiglia si trasferì a Palermo, dove Libero Grassi studiò al liceo Vittorio Emanuele.

Nel 1942 si trasferì di nuovo con la famiglia, questa volta a Roma, dove studiò inizialmente Scienze Politiche.

 Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, Grassi tornò a Palermo e si iscrisse a Giurisprudenza. All' inizio degli anni Cinquanta Libero Grassi mise in piedi con il fratello un'azienda a Gallarate, in provincia di Milano, e si inserì nell' ambiente della borghesia industriale milanese. Dopo l'esperienza a Milano, fondò un'azienda propria a Palermo: si chiamava MIMA e produceva biancheria da donna: ebbe successo ed arrivò presto ad avere 250 operai.

Negli anni Sessanta Grassi diventò un editorialista per diversi giornali siciliani ed entrò nel Partito Repubblicano Italiano. Ebbe problemi economici con la sua azienda tessile, a cui seguirono intorno alla metà degli anni Ottanta le prime minacce della mafia siciliana, che intimò a Grassi di pagare il pizzo, la cifra che la criminalità organizzata estorce a moltissimi commercianti siciliani una tantum o con frequenza settimanale o mensile.

Grassi rifiutò di pagare il pizzo e alcuni suoi dipendenti vennero rapinati: gli estorsori vennero però arrestati. Nonostante i problemi economici, l'azienda di Grassi era tra le più importanti in Italia nel settore della biancheria intima.

Grassi pubblicò sul Giornale di Sicilia una lettera in cui motivò il suo rifiuto a pagare i 50 milioni di lire chiesti da Cosa Nostra, e dicendo di avere chiesto la protezione della polizia per la sua azienda.

L'11 aprile 1991 Libero Grassi fu ospite di Samarcanda, la trasmissione che conduceva allora Michele Santoro su Rai Tre, dove spiegò:

«Io non sono pazzo, non mi piace pagare, è una rinunzia alla mia di dignità di imprenditore».

Dopo l'intervista, Grassi diventò molto famoso in Italia per la sua opposizione alla mafia. Pochi mesi dopo quell'intervista, la mattina del 29 agosto 1991 a Palermo, mentre si dirigeva a piedi per andare in azienda, Libero Grassi fu ucciso a colpi di pistola.

Il 20 settembre di quell'anno Santoro e Maurizio Costanzo organizzarono una serata dedicata alla memoria di Grassi, sia sulle reti Rai sia su quelle Mediaset. Negli anni successivi arrestarono e condannarono per l'omicidio di Grassi i mafiosi Salvino Madonia e Marco Favaloro.

Riflessione

"Caro estorsore [...] non siamo disponibili a dare contributi e ci siamo messi sotto la protezione della polizia. Ho costruito questa fabbrica con le mie mani, lavoro da una vita e non intendo chiudere...Se paghiamo i 50 milioni, [...] saremo destinati a chiudere bottega in poco tempo. Per questo abbiamo detto no al "Geometra Anzalone" e diremo no a tutti quelli come lui". 

Con queste parole si rivolse l'imprenditore Libero grassi al suo estorsore, il quale gli imponeva periodicamente il pagamento del pizzo.

Cresciuto nell'Italia fascista, Grassi condusse parte della sua vita in seminario, non per vocazione ma per sfuggire al servizio militare e combattere contro gli innocenti.

È negli anni successivi che egli entra nel campo industriale, procedendo con la realizzazione di un'industria tessile a Palermo. In questa città conobbe i suoi estorsori, che gli imposero il pagamento del pizzo. Grassi non si piegò facilmente alla loro imposizione e decise di portare avanti, con grande tenacia e imperturbabilità, la sua lotta contro le estorsioni.

 Nonostante egli non fosse un poliziotto o un carabiniere, Grassi, un semplice cittadino, ha fatto grandi opere e messo sotto i riflettori la difficile realtà cui doveva far fronte giornalmente il mondo dell'imprenditoria. Una figura da cui noi tutti dobbiamo prendere esempio per poter affrontare la corruzione che domina il nostro Paese. Sono sufficienti fermezza e capacità di opporsi alla corrente, perché solo i questo modo si può aspirare ai nostri progetti di vita.

A CURA DI

"La bellezza delle cose esiste nella mente di chi le osserva"

Kristal Aquilino

Redattrice

"La grandezza dell'uomo si misura in base a quel che cerca e all'insistenza con cui egli resta alla ricerca "

Giuseppe Bruna

Caporedattore

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