ANNA FRANK

Anna Frank è annoverata tra i personaggi femminili "pilastri" della storia, tra coloro che sono riusciti a lasciare un segno nel corso del tempo. Nonostante la sua giovanissima età, è grazie a lei che noi oggi abbiamo una testimonianza di valore inestimabile sull'era del nazismo e sulle folli atrocità commesse.

Lei stessa ne fu vittima, essendo stata deportata, dopo un lungo periodo di forzato esilio, nei campi di concentramento dove trovò la morte. Durante il suo periodo di clandestinità, Anna aveva scritto un diario, diventato successivamente una vera e propria opera editoriale, dal quale emerge la personalità di una ragazza tanto comune quanto straordinaria.

Il suo coraggio e la sua bontà d'animo assumono un valore aggiunto di fronte alla ferocia e alla crudeltà vissute da lei e da tutti i suoi cari, insieme a moltissime altre persone. La forza espressa dalle sue parole arriva direttamente al cuore di chi le legge, conscio dell'orribile fine subita da lei, ma nello stesso tempo non può che suscitare una profonda ammirazione: la genuinità e la speranza non temono nemmeno gli avversari più efferati, e non ne escono mai sconfitte.

Il diario di Anna Frank è oggi conosciuto in tutto il mondo, e oltre a costituire un importante documento storico, è anche testimonianza di una vita vissuta sulla base di valori concreti e solidi, che fanno di esso anche un mezzo straordinario di orientamento e di ispirazione personale.

Ecco le sue parole "E' davvero meraviglioso che io non abbia lasciato perdere tutti i miei ideali perchè sembrano assurdi e impossibili da realizzare".

Eppure me li tengo stretti perché, malgrado tutto, credo ancora che la gente sia veramente buona di cuore. Semplicemente non posso fondare le mie speranze sulla confusione, sulla miseria e sulla morte. Vedo il mondo che si trasforma gradualmente in una terra inospitale; sento avvicinarsi il tuono che distruggerà anche noi; posso percepire le sofferenze di milioni di persone; ma, se guardo il cielo lassù, penso che tutto tornerà al suo posto, che anche questa crudeltà avrà fine e che ritorneranno la pace e la tranquillità."

  • Vita

Anneliese Marie Frank nacque a Francoforte sul Meno (Germania) nel 1929. In seguito alle leggi razziali emanate da Hitler, nel 1933 la famiglia Frank si trasferì ad Amsterdam. Qui il padre di Anna trovò lavoro come dirigente in un'importante azienda grazie al cognato.

La situazione comincia a precipitare già a partire dal maggio del 1940. I nazisti invadono l'Olanda, e per gli ebrei iniziarono tempi assai amari. Fra le tante vessazioni, sono costretti a cucire sugli abiti la stella giudaica, oltre ad essere privati di tutti i mezzi e beni propri. Anna e la sorella vengono iscritte al Liceo ebraico e, nonostante le restrizioni, continuano a condurre una vita sociale intensa. Tuttavia Otto, molto previdente, stava cercando un posto sicuro dove rifugiarsi, poiché numerose famiglie ebree, con il pretesto di essere spedite nei campi di lavoro in Germania, sparivano nel nulla.

Nel mese di luglio del 1942 una lettera gettò i Frank nel panico: era una convocazione per Margot, con l'ordine di presentarsi per un lavoro ad "est". A questo punto l'intera famiglia si trasferisce nel "rifugio", un appartamento proprio sopra gli uffici della ditta, il cui ingresso era nascosto da uno scaffale girevole. A loro si aggiunsero altri rifugiati. Dal 5 luglio 1942 le due famiglie vissero recluse nell'alloggio segreto, senza mai vedere la piena luce del giorno per via dell'oscuramento alle finestre.

L'unico pezzetto di cielo poteva essere intravisto dal lucernario della soffitta. La mattina era uno dei momenti più difficili: dalle 8:30 alle 12:30 bisognava stare fermi e zitti per non far trapelare il minimo rumore. Durante queste ore, con l'aiuto del padre di Anna, i ragazzi studiavano per non rimanere indietro nelle materie scolastiche.

Intanto nel mondo esterno le notizie erano sempre più tragiche. La polizia nazista compiva ogni sorta di razzie e coloro che aiutavano queste persone disperate spesso alla forsennata ricerca di un nascondiglio, correvano gravissimi pericoli. L'Olanda versava in uno stato di povertà e procurarsi il necessario per vivere era diventato un'impresa per tutti: ci si arrangiava di ortaggi (anche marci), rarissimi pezzetti di carne, e, soprattutto, patate.

l primo agosto risale l'ultima pagina del diario di Anna. Venerdì 4 agosto 1944 la polizia tedesca fa irruzione nell'ufficio e nell'alloggio segreto, grazie ad una soffiata: tutti i rifugiati ed i loro soccorritori vengono arrestati. L'8 agosto i Frank ed i Van Daan furono trasferiti nel campo di Westerbork (Olanda).

Si trattava di un campo di smistamento da cui, il 3 settembre 1944, partì l'ultimo convoglio di deportati per il campo di sterminio di Auschwitz (arrivo 6 ottobre). Margot ed Anna furono trasferite a Bergen Belsen (Germania), mentre la sorella Edith rimase ad Auschwitz, ove morì di denutrizione. Nel mese di febbraio le Frank furono colpite dal tifo. Una delle donne sopravvissute si ricorda di aver visto che Anna, nelle allucinazioni provocate dalla febbre, aveva gettato via tutti i vestiti e si teneva stretta addosso solo una coperta delirando di alcune bestioline che le camminavano addosso. Inoltre Anna mormorava in maniera desolata: "...non ho più la mamma né il papà, non ho più niente...". L'unico sopravvissuto fu Otto che, appena liberato, tornò in Olanda. 

A CURA DI

"La bellezza delle cose esiste nella mente di chi le osserva"

Kristal Aquilino

Redattrice

"La grandezza dell'uomo si misura in base a quel che cerca e all'insistenza con cui egli resta alla ricerca "

Giuseppe Bruna

Caporedattore

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