CASTEL SANT'ANGELO

Dopo gli eventi dell'estate del 1553 il governo Spagnolo decise di costruire a Licata una nuova fortezza.

Ad ospitarlo fu scelta la cresta del monte Ecnomo sui resti di Finziade , in questa zona tra 1583-1585 era stata edificata un imponente torre di avviso per la custodia e la salvaguardia del litorale, del fiume Salso e della piana di Licata.

Data la sua importanza, quando il governatore della Sicilia meridionale Hernando Petigno edificò la nuova fortezza nel 1615 e decise di inglobarla nel perimetro del castello. Per la sua costruzione il Petigno utilizzò le pietre delle antiche fortificazioni del colle. Tuttavia i lavori furono interrotti qualche anno dopo per essere ripresi nel 1636. L'inaugurazione avvenne in fine nel 1640. Negli anni a venire più precisamente nel 1856 il forte Sant'Angelo, da alcuni anni ormai smilitarizzato, venne destinato a telegrafo ottico, solo pochi anni dopo nell'Aprile del 1863 il Ministero delle Finanze ordinò al sindaco di Licata, di consegnare il castel S. Angelo al Demanio dello Stato, la vera e propria consegna avvenne nel Luglio dello stesso anno. Comunque già nel 1861 si era pensato alla disattivazione del telegrafo di Licata. Nei primi anni del '900 le autorità civili e militari valutarono la sua posizione e data la sua particolare e dominate posizione, vi impiantarono un "Semaforo" ed un presidio militare. Per quanto riguarda invece gli anni in cui l'Italia partecipò al secondo conflitto mondiale il nostro forte fu utilizzato dalle autorità militari per distrarre l'osservazione aerea del nemico, per questo motivo fu varie volte colpito dalle bombe degli aerei americani. Un altro evento che rimase indelebile nelle menti dei licatesi fu il giorno in cui gli americani sbarcarono, sulle coste licatesi, era il 10 luglio 1943. Quel giorno il nostro forte fu preso dagli americani che sostituirono la nostra bandiera tricolore con quella a stelle e strisce appartenente allo stato americano. Purtroppo quella stessa giornata il nostro castello fu assaltato da alcuni colpi di cannoni che determinarono il crollo delle torrette che stavano su ogni lato del forte. Solo dopo che la guerra fu terminata furono riparati i danni e venne riattivato il sistema semaforico che durò ben poco infatti dopo pochissimo tempo venne smilitarizzato e divenne uno dei beni immobili del Ministero delle Finanze e sprovvisto di custodia fu per lungo tempo preda di atti vandalici. Addirittura un periodo fu abusivamente occupato. Dopo diverse proteste solo nel 1972 divenne parte del Demanio Pubblico e passo definitivamente al Ministero della pubblica Istruzione. Negli anni '80 è stato oggetto di un intervento di restauro dalla Soprintendenza BB.CC.AA. di Agrigento rivolto essenzialmente al recupero della torre e di alcuni ambienti che prospettano sulla corte riuscendo a recuperare totalmente l'organismo architettonico con l'esecuzione di tutte le opere indispensabili al fine della sua migliore conservazione e consentire una completa fruizione sia dell'atrio interno sia delle terrazze.

Per quanto riguarda la struttura: Il forte ha forma irregolare e mura molto spesse che si uniscono al possente torrione quadrato, per metà interamente riempito. Ad est, ovest e nord sorgevano torrette di guardia, l'accesso era consentito solo da mezzogiorno attraverso un ponte levatoio che si gettava su un profondo fossato che isolava dalla campagna soltanto la grande torre. Di fronte all'ingresso, in fondo al cortile, sotto una grande arcata, stava la cappella del castello ne restano appena i segni delle cornici. Le sue linee architettoniche mostrano un tipico e soprattutto un raro esempio delle fortezze borboniche sorte in Sicilia nel XVII sec. Oggi la struttura è adibita a museo.

A CURA DI

"Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo"

Chiara Malfitano

Redattrice

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