MARIE CURIE

"Sii meno curioso della gente, e più curioso delle idee."

Marie Curie è una leggenda della scienza: ha contribuito alla ricerca con la sua stessa vita. Ha creduto con coraggio ai suoi talenti, seguendo con passione la grande sfida della conoscenza; diceva: "della vita non bisogna temere nulla. Bisogna solo capire". Questo inesauribile desiderio di comprendere la accompagnò sin dalla sua giovinezza: all'epoca, infatti, in Polonia l'università era proibita alle donne, così segui per qualche tempo dei corsi clandestini. Alla sua brillante carriera accademica seguirono, uno dopo l'altro, grandi successi nella propria carriera. Parallelamente al suo insegnamento nella prestigiosa università della Sorbona, infatti, Marie Curie si dedicò agli studi sulle sostanze radioattive, grazie ai quali rivoluzionò non soltanto la medicina, offrendo nuovi strumenti terapeutici, ma anche la Fisica, ponendo le basi per la nascita della Quantistica, a cui oggi è legato lo sviluppo dell'elettronica.

È stata la prima e l'unica donna a vincere due Nobel in due discipline diverse, Fisica e Chimica. La curiosità e la passione per la ricerca e la scienza la accompagnarono fino alla fine dei suoi giorni: fu proprio la lunga esposizione alle sostanze radioattive a provocare la sua morte. Preferì donare all'umanità i risultati delle sue scoperte, senza mai brevettarle; offrì inoltre la sua conoscenza anche per il trattamento dei soldati feriti durante la prima guerra mondiale, lavorando come radiologa.

Una donna dalla mente brillante e dalla grande determinazione, ha dunque sacrificato se stessa in nome di ciò in cui credeva, regalando al mondo preziose basi sulle quali poggia l'attuale progresso della scienza e della tecnologia.

Vita

Nata a Varsavia il 7 novembre 1867 in una famiglia di insegnanti poi caduta in povertà, sin da adolescente Marie Curie lavorò come istitutrice per portare i soldi a casa e aiutare la famiglia. La sua passione per lo studio era grandissima ma in Polonia a quel tempo le donne non potevano accedere agli studi superiori. Per questo, con l'aiuto economico della sorella maggiore, si trasferì a Parigi laureandosi in Fisica nel 1893 con risultati eccezionali, al punto da ottenere un premio dalla sua stessa Polonia che le consentì di laurearsi anche in Matematica nel 1894. In quel periodo Marie si innamorò di Pierre Curie, un professore della scuola di Fisica e Chimica Industriale di Parigi che nel luglio del 1895 divenne suo marito.

Il grande interesse di entrambi per la scienza li portò a rinchiudersi in laboratorio per approfondire le ricerche dello scienziato Becquerel che nel 1896 aveva scoperto accidentalmente le proprietà radioattive dell'uranio. I mezzi a disposizione che avevano lei e il marito erano davvero rudimentali ed il loro laboratorio era praticamente un garage: ma l'impegno e la passione li portarono in un anno ad enunciare che esistono in natura altri elementi radioattivi oltre all'uranio.

Un elemento venne battezzato polonio, in onore della patria lontana di Marie, il secondo radio, per via della sua enorme radioattività. Inizialmente tali scoperte vennero ignorate ma nel 1903 arrivò il riconoscimento da parte dell'Accademia di Svezia che insignì i due coniugi e Becquerel del Premio Nobel per la Fisica. La vita ritirata di Marie e Pierre, lontana dai riflettori, venne in parte sconvolta da questo evento: tra gli effetti positivi ci fu l'offerta di una cattedra alla Sorbona, l'università di Parigi, creata apposta per Pierre, e un posto di direttore di ricerca per Marie che nel 1897 e nel 1904 diede alla luce le figlie Irene ed Eve. Una vita famigliare tranquilla ed un sodalizio professionale speciale che venne spezzato nell'aprile del 1906, quando Pierre Curie morì investito da una carrozza. Il dolore per la perdita del suo marito non arrestò comunque la ricerca scientifica di Marie Curie.

Durante la prima guerra mondiale, insieme alla figlia Irene, si adoperò come radiologa spostandosi sul fronte con automobili, chiamate in suo onore "Piccole Curie", in cui veniva montata un'apparecchiatura radiografica che permetteva così di fare velocemente diagnosi per curare o estrarre pallottole. Partecipò inoltre alla formazione di tecnici ed infermieri e viaggiò anche in America per cercare fondi per le ricerche ricevendo soprattutto il favore di movimenti femministi che vedevano in lei un faro, un esempio luminoso da seguire. La sua attività in un campo prettamente maschile attirò ovviamente invidie e pettegolezzi. Negli ultimi anni della sua vita, fu colpita da una grave forma di anemia, malattia sicuramente contratta a causa della continua esposizione a materiali radioattivi dei quali al tempo non si conosceva ancora la pericolosità. Il 4 luglio 1934 Marie Curie morì e il suo corpo venne sepolto accanto a quello del marito, in un cimitero nei pressi di Parigi.

A CURA DI

"La bellezza delle cose esiste nella mente di chi le osserva"

Kristal Aquilino

Redattrice

"La grandezza dell'uomo si misura in base a quel che cerca e all'insistenza con cui egli resta alla ricerca "

Giuseppe Bruna

Caporedattore

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