DIALOGO COME METODO 

DI PACE 

"Non possiamo cancellare la storia di divisione, ma essa può diventare parte della nostra storia di riconciliazione"

Con queste parole Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, si esprime nella prefazione della nuova traduzione italiana della "Dichiarazione congiunta sulla Dottrina della Giustificazione", pubblicata il 3 gennaio 2021, a 500 anni dalla scomunica di Lutero.
La Dichiarazione costituisce un caposaldo nelle relazioni con alcune delle principali chiese evangeliche, essendo il frutto di una operazione di aperto e sincero confronto tra i rappresentanti delle diverse comunità su una questione, quella della salvezza per mezzo della fede, che connotò in maniera decisiva le divisioni tra Chiesa Cattolica e Lutero.
Lungamente, infatti, si credettero lontane due tesi che in ultimo esame finivano per sottolineare aspetti diversi di una stessa visione della salvezza: 
-non ci salviamo per i nostri meriti, ma soltanto per mezzo della grazia, e nella fede nell'opera salvifica di Cristo;
-noi siamo accettati da Dio e riceviamo lo Spirito Santo, il quale rinnova i nostri cuori, ci abilita e ci chiama a compiere opere buone.
Le iniziative di dialogo ecumenico presentano il quadro di un atteggiamento nuovo, volto a superare sordità e incomprensioni reciproche, per avviare, secondo la volontà di Cristo, concreti passi verso lacomunione.
Questa movenza ha un riflesso in grado di illuminare il mondo cristiano. Il dialogo, infatti, richiede ascolto e l'ascolto rappresenta una forma di sacrificio, una rinuncia che fa spazio all'altro e gli dà modo di esprimersi. Il dialogo, inoltre, esige una certa apertura nei confronti delle ragioni altrui, al portato diverità che può essere racchiuso nelle sue contestazioni e, in grande misura, un'autentica fede nella Parola e una disponibilità al cambiamento. Al suo rifiuto, come frequentemente è accaduto nella storia, segue l'indurimento originato da un certo tipo di accidia che, volendo sottrarre l'uomo al dubbio, lo sottrae più spesso a una seria analisi di sé stesso, al perseguimento della giustizia, all'approfondimento della sua fede e a una più matura comunione con gli altri. Come si affermò nel 2016 in occasione della commemorazione congiunta cattolico-luterana della Riforma, occorre fare nostra la preghiera per "la guarigione delle nostre ferite e delle memorie che oscurano la nostra visione gli uni degli altri", il rifiuto di "ogni odio e ogni violenza, passati e presenti, specialmente quelli attuati in nome della religione" e finalmente ascoltare oggi "comando di Dio a mettere da parte ogni conflitto", riconoscendo che siamo "liberati per grazia per camminare verso la comunione a cui Dio continuamente ci chiama" (Papa Francesco e Munib Younan, presidente dellaFederazione Luterana Mondiale, Lund, 2016).

A CURA DI

Angelo Conti 

Redattore

"Liberare tutti quelli che dal timore della morte erano tenuti schiavi per tutta la loro vita" 

(Eb 2, 15)


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