CHIESA B.M.V. DI SABUCI

Dall'abate Rocco Pirro apprendiamo che nel feudo di Sabuci, a quattro miglia dalla città di Licata, accanto ad un'antichissima chiesetta intitolata alla Madonna, fu edificato un cenobio benedettino. Infatti fu Guglielmo II, re di Sicilia, con diploma dato a Palermo il 21 marzo 6° Ind. 1173, che concesse all'abate F. Donato a al frate Giovanni de Lameo licenza di edificare nel territorio di Licata, già sede di una comunità di quest'ordine.

Il cenobio di Sabuci fu uno dei centri siciliani destinati alla canna da zucchero, introdotta nel territorio licatese dai musulmani e probabilmente il suo abbandono da parte dei benedettini fu determinato dall'esaurirsi del prezioso dolcificante, assai raro in quell'epoca nell'isola.

I benedettini erano occupati anche nella coltivazione e lavorazione dell'albero di sambuco, da cui deriva il nome al feudo e al cenobio, in quell'epoca molto fiorente nell'agro licatese, i cui frutti dal colore nero violaceo, oltre che essere commestibili, venivano usati anche come emollienti diuretici e sudoriferi. La chiesa del suddetto feudo venne eretta a parrocchia nel 1960, è oggi in uno stato di totale abbandono, anche perché le attività parrocchiali si sono trasferite presso il villaggio agricolo. Quello che oggi rimane dell'antico convento e della chiesa è frutto del generale rimaneggiamento dell'antico impianto fatto eseguire dal nobile De Calì nel 1478.

Del corredo artistico e pittorico si è salvato ben poco anche perché la chiesa è stata trasformata in fienile, si intravedono a chiazze qualche traccia di affreschi nelle pareti e qualche trave pitturata ma corrosa in gran parte; nella teca sopra il tabernacolo stava la statua in carta pesta della Vergine oggi trasferita nell'attuale chiesa di Sabici dopo essere stata inopportunamente restaurata. A proposito della statua del 1647 fu introdotta la festa della Madonna di Sabuci che veniva solennizzata a metà di maggio e in quella circostanza la sacra immagine veniva portata in processione a Licata e restava alcuni giorni in chiesa madre per la pubblica venerazione. Il suo culto veniva dispensato da una confraternita di contadini che nella stagione calda intercedeva presso la Madonna perché facesse piovere sulle campagne della città.

A CURA DELLA

REDAZIONE L'ECO DI MARIA

Chiesi alla Madonna cosa potevo fare per i giovani...

dopo qualche giorno mi arrivò la proposta di iniziare a impegnarli col giornalino

Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia