ALESSANDRINA MARIA DA COSTA

Nacque a Balasar, in provincia di Oporto e Arcidiocesi di Braga, il 30 marzo 1904. A cinque anni cominciò a frequentare il catechismo e, proprio in questo periodo, sbocciò nel suo cuore l'amore tenero e fiducioso per la Madonna. 

Con la Prima Comunione, ricevuta a sette anni, ebbe inizio anche quel legame di amore che la unirà per sempre a Gesù Eucaristia, legame rinsaldato dalla Comunione quotidiana e dalle frequenti visite al Santissimo Sacramento. Con assiduità partecipava a tutte le pratiche religiose della sua Parrocchia, perché amava molto pregare.

All'età di nove anni, con la sorella Diolinda e una cugina, si recò in un paese vicino per ascoltare la predica di un santo Frate: Fra' Emanuele delle Sante Piaghe. L'inferno fu l'argomento della predica e, quando il Frate invitò i fedeli a scendere con lui in spirito in questo luogo di sofferenza senza fine, Alessandrina, pensando che si potesse entrare realmente in quel luogo, decise di scappare: no, all'inferno non sarebbe mai andata e, per essere pronta alla fuga, prese in mano gli zoccoletti che aveva sistemato vicino alla balaustra. 

Rispettosa dei principi fondamentali della vita cristiana, ormai più grandicella, si impegnava nel lavoro ed evitava trasgressioni che fossero motivo di peccato. Fu all'età di quattordici anni che avvenne un fatto decisivo per la sua vita.

 Era il sabato santo del 1918. Alessandrina, Diolinda ed un'amica erano in casa impegnate in un lavoro di cucito; ad un tratto si sentirono dei passi: tre uomini entrati in casa stavano raggiungendo la stanza in cui si trovavano le tre giovani. La sorella, che aveva intuito il pericolo, chiuse la porta della stanza a chiave e non aprì quando sentì bussare. Ma quando uno dei tre tentò di sorprenderle servendosi di una scaletta che immetteva direttamente nella stanza attraverso una botola, Diolinda non esitò ad aprire la porta per darsi alla fuga, seguita dall'amica, ma fu ostacolata dai due uomini che erano rimasti in attesa.

Mentre avveniva tutto questo, Alessandrina, non avendo altra via d'uscita, corse verso la finestra che era aperta e si buttò nel vuoto facendo un salto di quattro metri. Per il terribile impatto con il terreno, rimase a terra per qualche tempo, poi, preoccupata per la sorte delle altre due, si alzò, prese un palo ed affrontò gli aggressori con tanta forza da costringerli alla fuga. 

Ma la passione che acceca non si arrende facilmente; una volta che Alessandrina era rimasta sola a casa, ebbe la triste sorpresa di avvertire ancora la presenza in casa dell'uomo che ella ben conosceva, avendo lavorato alle sue dipendenze.

Il pericolo era grave ma lei, forte della sua fede, strinse fra le mani il suo Rosario e confidò nell'aiuto della Madonna. Sebbene non fosse chiusa a chiave la porta della stanza, inspiegabilmente, non si aprì e l'uomo fu costretto a rinunziare al suo piano diabolico. Le conseguenze furono terribili, anche se non immediate. Infatti le varie visite mediche a cui fu sottoposta successivamente diagnosticarono con sempre maggiore chiarezza un danno irreversibile alla sua salute.

Fino a diciannove anni poté ancora trascinarsi in chiesa, dove, tutta rattrappita, sostava volentieri, con grande meraviglia della gente. Poi la paralisi andò progredendo sempre di più, finché i dolori divennero orribili, le articolazioni persero i loro movimenti ed ella restò completamente paralizzata. Era il 14 aprile 1925, quando Alessandrina si mise a letto per non rialzarsi più, per i restanti trent'anni della sua vita.

Alessandrina aveva cementata nel cuore una forte devozione alla Madonna, che ella esprimeva con particolare intensità nel mese di maggio. Aspettava questo tempo benedetto con ansia e lo viveva con amore e devozione. Non avendo la possibilità di comprare una statuina della Madonna, essendo povera, ne chiedeva una in prestito al suo parroco, a cui poi la restituiva. Preparava per onorarla un altarino, e voleva che vi fossero sempre fiori; inoltre, offriva ogni giorno alla Madonna dei fioretti con tante intenzioni quante erano le creature per le quali li offriva. 

Con piena disponibilità all'azione purificatrice del Maestro Divino, si preparava alla missione a cui Gesù l'aveva chiamata: immolarsi per la salvezza dei peccatori. Ed infatti, per lunghi anni, ogni venerdì, ella vivrà in lei la Passione di Gesù dal Getsemani al Calvario. Gesù, il 1° agosto 1935, chiese ad Alessandrina che si manifestasse al Papa il suo desiderio di consacrare il mondo al Cuore Immacolato di Maria, essendo questa la strada più sicura per salvare dall'eterna rovina l'umanità smarrita nei meandri tenebrosi del male. 

 Alessandrina ubbidì e si rivolse al suo direttore spirituale perché intervenisse.

La richiesta fu comunicata al Cardinale Eugenio Pacelli perché si facesse interprete di quanto avveniva a Balazar presso il Papa Pio XI allora regnante; ma fu ostacolata da contrasti e dubbi. Solo dopo lunghi anni, nel settembre del 1942 il mondo venne consacrato al Cuore Immacolato di Maria proprio dal Card. Pacelli, salito al Soglio Pontificio. Gesù aveva ascoltato le preghiere di Alessandrina e aveva assecondato l'ardente suo desiderio di amarlo.

Entrato in quel cuore, Gesù aveva dato inizio a un processo di trasformazione interiore che avrebbe portato quella creatura a gradi di perfezione sempre più alti, col distacco progressivo.

Alessandrina passerà dalla "morte mistica" alla "notte oscura", dai lunghi silenzi del Maestro Divino agli assalti del demonio, con soli brevi pause di consolazioni interiori, seguite sempre dai dubbi tormentosi. La forza di Alessandrina è l'amore verso Gesù Eucaristico (per ben tredici anni non si ciberà che della sola Ostia consacrata!) e l'abbandono fiducioso nella Celeste Madre:

 «Mammina, o mia Mammina cara, voglio essere di Gesù, voglio essere tua...». 

Alessandrina vivrà nello spirito la tragedia della ribellione a Dio e la disperazione dell'anima condannata a non godere in eterno la visione beatifica di Lui. Subirà nel corpo e nell'anima i tormenti che schiere di demoni infliggono alle anime che hanno meritato l'inferno. Ma questa immolazione servirà a salvare tante anime destinate altrimenti alla dannazione eterna. La creatura, vittima per amore, non potrebbe vivere questa condizione senza l'aiuto di Dio.

Ecco le missioni che Gesù le affida per la salvezza dei figli suoi:

"... venga ben predicata e ben propagata la devozione ai Tabernacoli, perchè per giorni e giorni le anime non Mi visitano, non Mi amano, non riparano...Non credono che Io abito là.

Voglio che si accenda nelle anime la devozione verso queste prigioni d'Amore...Sono tanti coloro che, pur entrando nelle Chiese, neppure Mi salutano e non si soffermano un momento ad adorarMi.

Io vorrei molte guardie fedeli, prostrate davanti ai Tabernacoli, per non lasciarvi accadere tanti e tanti crimini" (1934)"

...Faccio che tu viva solo di Me, per provare al mondo ciò che vale l'Eucaristia, e ciò che è la mia vita nelle anime: luce e salvezza per l'umanità" (1954)

Pochi mesi prima di morire la Madonna le disse:"...

Parla alle anime! Parla dell'Eucaristia! Parla loro del Rosario! Che si alimentino della carne di Cristo, della preghiera e del Mio Rosario ogni giorno!" (1955).

A CURA DI

"Ascolta la voce dei tuoi sogni, se son vestiti d'amore è Cristo nel cuore!"

Giusy Aquilino

Direttrice

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