SCUOLA DI PREGHIERA

II parte

Cos'è la preghiera:

L'elevazione della mente a Dio per lodarlo e chiedergli cose utili alla salvezza eterna.

I tipi di preghiera conosciuti dalla Bibbia sono:

Intercessione, lode, ringraziamento, richiesta.

Preghiera di intercessione: La prima preghiera di intercessione registrata dalla Bibbia risale all'epoca patriarcale ed è pronunciata da Abramo presso le querce di Mamre.

Qui Dio gli svela il proposito di distruggere le città di Sodoma e Gomorra (cfr. Gen 18,16ss), allora Abramo ricorre a una argomentazione molto efficace: "davvero sterminerai il giusto con l'empio? Forse ci sono cinquanta giusti nella città..." (Gen 18,23-24). Dio si lascia convincere da Abramo e si dichiara disposto a risparmiare tutta la città in forza non di cinquanta ma anche di dieci giusti.

Il testo intende sottolineare l'importanza della preghiera di intercessione, con la quale molti mali possono essere evitati, perché Dio non gode della rovina dell'uomo.

Il Signore vuole che l'uomo sia consapevole del peccato e del dolore che travagliano il mondo, non per schierarsi contro e accusare l'umanità, ma per schierarsi in favore come fa un avvocato difensore.

Dio, in sostanza, non ha bisogno di essere difeso davanti all'umanità peccatrice; ha bisogno solo di avvocati difensori che attenuino la sua giustizia verso di essa. Egli infatti non gradisce quelli che si calano nel ruolo di avvocati difensori della sua causa, ma a scapito dell'umanità.

Ricordiamo senz'altro la figura di Giona (Cfr. Il libro di Giona), mandato a Ninive per annunciare un castigo imminente, che si sarebbe verificato entro quaranta giorni.

La popolazione prende sul serio l'avvertimento del profeta e si sprofonda nel penitenza e nel digiuno. Dio allora revoca la sua sentenza e il castigo non si verifica. A questo punto Giona ci rimane molto male: si sente preso in giro da Dio che lo aveva mandato ad annunciare una cosa che poi non si è verificata. Il testo sottolinea a più riprese la grettezza della mentalità del profeta, che non capisce che Dio avrebbe preferito avere in lui non un giudice ma un intercessore.

Un altro caso significativo è quello dei tre amici di Giobbe che vanno a trovarlo nel tempo della sua malattia. I loro discorsi ruotano tutti intorno a un nucleo centrale che si può sintetizzare così: se un uomo viene colpito dalla sventura, allora è segno che egli è sotto la divina riprovazione.

L'atteggiamento dei tre amici di Giobbe è quello che Dio non vuole trovare nei suoi servi: gli amici di Giobbe non fanno altro che affermare la giustizia e l'impeccabilità di Dio, ma a prezzo di calpestare la dignità di Giobbe, che al peso della malattia sente aggiungersi quello del biasimo morale dei suoi amici: "Dio ti ha colpito; non puoi che essere un peccatore.

dio è infinitamente giusto, se ti ha colpito ha sicuramente una buona ragione per farlo".

Alla fine entra in scena Dio stesso, condannando i ragionamenti teologici farsi degli amici di Giobbe e affidandoli alla sua preghiera di intercessione (cfr. Gb 42,7-8). Dal discorso di Dio si comprende che anche qui Egli avrebbe voluto trovare dei tre amici di Giobbe non tre teologi che esaltano la giustizia di Dio schiacciando la persona umana, ma tre intercessori che si schierano accanto alle miserie umane e pregano perché Dio faccia grazia.

Una grande preghiera di intercessione è stata fatta da Mosé in occasione del peccato del vitello d'oro. Dio sul monte gli rivela che Israele si è fatto un vitello d'oro per adorarlo, e aggiunge il suo proposito di annientarlo: "ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro e li distrugga. Di telefono invece è una grande nazione" (Es 32,10). Ma se non accetta la prospettiva di divenire capostipite di una grande nazione a prezzo dell'annientamento di Israele e innalza a Dio una preghiera di intercessione. Allo stesso modo fece quando tutti si stancarono di mangiare sempre manna (cfr. Nm 11,4-9).

Lo sdegno del Signore divampò, ma l'intercessione di Mosé ottiene al popolo le quaglie e asse sesso la collaborazione di settanta uomini saggi, su cui si posa lo Spirito del Signore, per suddividere il peso del governo del popolo. Mosé intercede ancora per guarire la propria sorella dalla lebbra, che l'aveva colpita e la sua maldicenza nei confronti di Mosé (viene messa in discussione la sua legittima autorità). (cfr. Nm 12,1-15)

Un altro grande intercessore per Israele e il profeta Samuele. Per lui sarebbe addirittura un peccato contro Dio tralasciare la preghiera di intercessione: "Quanto a me, non sia mai che io pecchi contro il Signore, tralasciando di supplicare per voi" (1 Sam 12,23).

Nella stessa linea, anche Elia esercita un ministero di intercessione in favore di Israele e ottiene la pioggia in un periodo di estrema siccità (cfr. 1 Re 18,41-46).

Anche il re Salomone, nel giorno della consacrazione del Tempio di Gerusalemme, innalza a Dio una lunga preghiera di intercessione, chiedendogli di ascoltare chiunque venisse a pregare in quel luogo per svariate necessità (cfr. 1 Re 8,22-53).

Isaia riceve una parola per gli abitanti di Gerusalemme: "popolo di Sion... tu non dovrai più piangere; a uno tuo grido di supplica il Signore ti farà grazia; appena udrà, ti darà risposta" (Is 30,19).

Il profeta Amos, viene avvertito da Dio circa l'imminenza di due castighi: le cavallette e la siccità. Entrambi vengono scongiurati grazie alla preghiera di intercessione del profeta (cfr. Am 7,1-6).

Il profeta Ezechiele riceve da Dio una parola durissima nei confronti dei peccati di Gerusalemme e profetizza un saccheggio e uno sterminio della popolazione; ma mentre profetizza egli stesso si sente sopraffatto dalla visione del castigo:"Io mi gettai con la faccia a terra e gridai con tutta la voce: Ah Signore Dio, vuoi proprio distruggere quanto resta di Israele?" (Ez 11,13). Il Signore risponde manifestando al profeta il suo progetto di radunare il popolo dopo la sua dispersione, insieme al dono di un cuore nuovo (cfr. Ez 11,14-21).

Nel NT, sia nei Vangeli che nella libro degli Atti, sono molto numerose le allusioni alla preghiera di intercessione sia da parte del singolo Apostolo, sia da parte della comunità cristiana nel suo insieme.

In Gv 11,3 gli Apostoli si rivolgono a Gesù in occasione della malattia di Lazzaro: "Signore, il tuo amico è malato";

In questo caso, la preghiera di intercessione il taglio specifico della richiesta di guarigione.

In At 12,5, mentrePietro si trova in carcere, tutta la Chiesa prega per lui incessantemente, e Dio manda un angelo a liberarlo.

La comunità cristiana non deve mai tralasciare la preghiera per i suoi pastori, e infatti nella celebrazione eucaristica è prevista la preghiera di intercessione per il Papa per il Vescovo del luogo e in generale per tutto l'ordine sacerdotale.

La preghiera di intercessione per le necessità della Chiesa non ha limiti e può abbracciare tutto l'arco dei bisogni da quelli concreti, come la rimozione degli ostacoli di ordine materiale, a quelli spirituali, come la conoscenza del progetto di Dio.

Un particolare tipo di preghiera di intercessione è quella che ha come obiettivo specifico la guarigione della persona, che può essere una richiesta tanto di guarigione fisica quanto di guarigione interiore sono troppi passi biblici in cui il signore è presentato come colui che guarisce, a cui sta cuore alla nostra salute piena.

Ne possiamo sollecitare qualcuno: "Io sono il Signore, colui che ti guarisce" (Es 15,26); "Io percuoto e io guarisco" (Dt 32,39); "Nella malattia, prega il Signore ed egli ti guarirà" (Sir 38,9).

Uno dei testi più espliciti sulla preghiera di guarigione e Gc 5,16:"Pregate per essere guariti", "Li guarì la tua Parola, o Signore" (Sap 16,12).

Anche il centurione del Vangelo, pur essendo un pagano, coglie molto bene il fatto che ciò che guarisce è la Parola di Cristo, cioè l'espressione della sua divina volontà: "Signore... di soltanto una parola e il mio servo sarà guarito" (Mt 8,8).

Chi accoglie la Parola di Cristo, inizia un cammino di guarigione globale della sua persona.

La questione della guarigione fisica non si può affrontare da sola, ossia svincolata dalla guarigione interiore.

Esiste infatti una guarigione offerta dalla Parola di Cristo, anche quando Dio vuole che la malattia persista.

Si tratta della guarigione del rapporto con la propria malattia che si ha non è sentita più dal soggetto come una forza distruttiva operante nel proprio corpo, ma come una crescita della santità cristiana.

L'espressione sacramentale di questa dottrina è rappresentata dall'unzione degli infermi, che il cristiano medio non è capace ancora di valorizzare.

Il sacramento si affianca alla preghiera della Chiesa, per ottenere all'ammalato quella forza spirituale, interiore, che non lo faccia sentire schiacciato sotto il peso del suo dolore

E che dire di coloro che sono in qualche modo disturbati della loro personalità? (ferite interiori). Qui non ci vogliamo riferire alla malattia mentale in senso stretto, ma ci riferiamo a quelle forme di perturbazioni della personalità che derivano semplicemente da esperienze negative non integrate. (Senza mettere in alcun modo a riposo il medico)

Talvolta è sufficiente qualcosa come la perdita inaspettata di una persona cara, oppure un obiettivo non raggiunto dopo tanti sacrifici, un tradimento da parte di chi ci si mostrava amico; sono eventi che si possono verificare abbastanza spesso e che turbano gravemente gli equilibri emozionali di una persona. Qui deve subentrare la solidarietà e la preghiera di guarigione della comunità cristiana.

La preghiera di liberazione di certo rientra nella preghiera di intercessione ed ha come suo oggetto specifico tutta quella serie di mali che il maligno può procurare a una persona mediante le pratiche occulte, spiritiche e magiche.

Le esperienze connesse all'occultismo non è lasciano mai la persona senza conseguenze e senza squilibri bisognosi di risanamento.

In questo ambito lo psicoterapeuta può fare oggettivamente poco, dal momento che i disturbi che la persona accusa non sono di natura psicologica, anche se è la loro sintomatologia è molto simile.

Il rischio maggiore è che la persona venga imbottita di psicofarmaci, senza che le cause profonde del suo malessere vengano rimosse. La Bibbia esorta caldamente a mantenere una distanza di sicurezza dal mondo dell'occulto. Qualche citazione potrebbe bastare: "Non ne praticherete alcuna sorta di magia" (Lv 19,26); "Non si trovi immenso a te chi esercita la magia" (Dt 18,10); "Non vi rivolgete ai negromanti" (LV 19,31); "Non date retta ai vostri indovini" (Ger 27,9); "Gli indovini vedono il falso" (Zc 10,2).

Di fatto, l'esperienza insegna che chi ha praticato lo spiritismo, e in generale l'occultismo, o ha frequentato maghi, ne esce scosso nei suoi equilibri emozionale, e sovente perde la pace la serenità della vita quotidiana.

Più precisamente, viene imprigionato dalla paura che certe entità negative possono fargli del male e, per evitare questo, uno è portato a compiere quei gesti superstiziosi che terrebbero buone tali entità.

In sostanza, la persona cade in una forma di prigionia psicologica, la cui sintomatologia può avvicinarsi, nei casi più gravi, alle nevrosi ossessive.

Qui deve intervenire la preghiera di intercessione e la solidarietà della comunità cristiana, la quale, nell'annuncio dell'unica Signoria di Gesù Cristo, restituisce serenità a coloro che si sentono minacciati da piccoli tiranni invisibili; tutti i piccoli tiranni, sia visibili che invisibili, in Cristo sono stati vinti, e il vero cristiano si sente un Cristo ha dato ai suoi discepoli il potere sugli spiriti immondi, perciò il battezzato che vive bene la sua fede deve sapere che, vivendo in grazia di Dio, è il demonio che deve avere paura di lui e non viceversa: " Chiamati a sè i dodici, diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi" (Mt 10,1); "La folla accorreva portando malati e persone tormentate da spiriti immondi e tutti venivano guariti" (At 5,16); "Nel mio nome scacceranno i demoni" (Mc 16,17).

La preghiera di liberazione porta sollievo e accelera il processo di guarigione di chi è caduto nella prigionia di questo genere di angoscia la preghiera di liberazione porta sollievo e accelera il processo di guarigione di chi è caduto nella prigionia di questo genere di angosce.

La guarigione piena dipende però dal cammino di conversione della persona stessa e dalla sua volontaria rinuncia alle opere di satana. L'esperienza più autentica di liberazione si verifica solo nello sviluppo della vita cristiana e lungo e la crescita personale nella fede: "Se rimanete fedeli alla mia Parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi" (Gv 8,31-32). Poi più avanti aggiunge: "Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero" (v. 36)

La preghiera di liberazione infine non va confusa con l'esorcismo.

L'esorcismo viene praticato solo dal sacerdote autorizzato, mentre la preghiera di liberazione può essere fatta da qualunque battezzato, da solo o in gruppo.

La preghiera di lode o la preghiera di chi si sente libero (come fosse già risorto).

Questa preghiera è perciò possibile quando la persona riesce ad allentare la naturale concentrazione su se stessa e si apprende soprattutto dai Salmi.

Salmo 8, Salmo 34 (33), il Salmo 46 (45), il Salmo 47 (46), il Salmo 48 (47), il Salmo 62 (61), il Salmo 63 (62), il Salmo 84 (83), il Salmo 91 (90), il Salmo 92 (91), il Salmo 93 (92), il Salmo 100 (99), il Salmo 103 (102), il Salmo 104 (103), il Salmo 135 (134), il Salmo 145 (144), il Salmo 146 (145), Il Salmo 147 (146-147), il Salmo 148, il Salmo 148 e il Salmo 150.

La preghiera di ringraziamento insieme alla lode è una preghiera che nasce dalla capacità di vedere l'opera di Dio nella nostra vita.

Chi non sente il bisogno di ringraziare Dio non deve pensare che ciò provenga dal fatto di vivere una vita serena e tutto sommato non bisognosa di miracoli, ma deve pensare, più verosimilmente, che non ha ancora aperto gli occhi sull'insonnia di Dio verso le sue creature.

Possiamo leggere: Salmo 18 (17), Salmo 30 (29), Salmo 40 (39), Salmo 65 (64), Salmo 66 (65), Salmo 107 (106), Salmo 116 (114-115), Salmo 118 (117), Salmo 124 (123), Salmo 138 (137).

La preghiera penitenziale e la preghiera del "tempo della caduta".La richiesta di perdono non è limitata al momento sacramentale, ma è una preghiera personale e indipendente dal battezzato.

La formula tradizionale della preghiera della sera, conteneva, tra le altre cose, la richiesta di perdono del male commesso durante la giornata. La celebrazione eucaristica prevede all'inizio un rito penitenziale per preparare l'assemblea, mediante la richiesta di perdono. Non ho dunque nessun senso il ragionamento di chi dice: "prima di fare la comunione di conato di dolore".

La Chiesa lo prevede già in forma comunitaria sotto la presidenza del celebrante. Nella Bibbia le preghiere penitenziali si trovano soprattutto nel libro dei Salmi e nella letteratura profetica.

Una preghiera penitenziale completa è quella riportata nel libro di Daniele al capitolo 3, versetti 25-45.

Essa esprime la struttura completa di una preghiera penitenziale: l'inizio e la lode (vv. 26-28), poi la memoria e la confessione del peccato (vv. 29-32), poi il dispiacere di avere peccato provocando tante rovine intorno a sé (vv 33-38), poi la richiesta di perdono (vv. 39-40), Poi il proposito di cambiare stile di vita (vv. 41-43).

A CURA DI

"Fai quello che puoi e chiedi quello che non puoi. Ed Egli farà in modo che tu possa"

Don Carmelo Rizzo

Responsabile Protempore

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