SAN PAOLO
Tradizionalmente l'adesione di Paolo al movimento cristiano viene indicata con il termine "conversione". L'evento è descritto esplicitamente negli Atti degli Apostoli e accennato implicitamente in alcune lettere paoline.
In Atti 9,1-9 c'è la descrizione narrativa dell'accaduto, che è raccontato nuovamente dallo stesso Paolo con lievi variazioni sia al termine del tentativo di linciaggio a Gerusalemme , sia durante la comparizione a Cesarea davanti al governatore Porcio Festo e al re Marco Giulio Agrippa II: la tradizione artistica successiva ha immaginato la caduta a terra come una caduta da cavallo ma il particolare è assente da tutti e tre i resoconti, sebbene rimanga possibile e verosimile poiché l'evento si verificò durante il viaggio.
Dopo questa folgorazione-rivelazione-chiamata (il testo non usa mai il termine metànoia, ossia "conversione") Paolo si recò a Damasco e ricevette il battesimo da un giudeo-cristiano di nome Anania, riacquistando la vista.
Secondo il testo biblico fu tramite Anania che Gesù risorto comunicò a Paolo il mandato missionario ai gentili che caratterizzerà il suo ministero successivo.
Gli accenni generici alla conversione contenuti in alcune lettere paoline non descrivono esplicitamente l'evento come in Atti ma si riferiscono genericamente a una maturazione ed evoluzione interiore di Paolo.
L'interpretazione storica dell'evento da parte degli studiosi contemporanei è diversificata: mentre gli studiosi cristiani ammettono - tendenzialmente - il valore storico della triplice narrazione di Atti, per gli studiosi non credenti il carattere soprannaturale e miracolistico di essa, che ha come protagonista Gesù risorto, li porta a negare valore storico alla descrizione, accettando comunque la conversione al cristianesimo come testimoniata anche dalle lettere.
In questo caso la descrizione dell'evento viene considerata un prodotto narrativo di Luca.
A CURA DI
"Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo"
Chiara Malfitano
Redattrice