SI PUO' ESSERE SEDARATI DAL MONDO PER ESSERE UNITE AL MONDO?
LE MONACHE BENEDETTINE
DELL'ADORAZIONE PERPETUA SS. SACRAMENTO CI DANNO UN GRANDE ESEMPIO
Nel cuore di Ragusa Ibla, centro storico della città iblea, gioiello del barocco siciliano incastonato nei monti iblei, che conservano tracce di storia millenaria, immerso tra le caratteristiche vie del borgo antico e tra le stupende chiese barocche, si trova il Monastero di San Giuseppe: luogo di contemplazione e di adorazione eucaristica, dove vivono, pregano e lavorano le Monache Benedettine dell'Adorazione perpetua SS.Sacramento.
La vita consacrata delle monache benedettine si sviluppa attraverso la clausura, la preghiera, l'accoglienza, l'ospitalità, il lavoro, il vivere insieme.
L'accoglienza
è un ministero praticato fin dalle origini della vita monastica con particolare
cura e fede. La monaca deve arrivare a saper discernere il volto di Cristo
nell'ospite e far emergere, nel mistero grande dell'incontro con l'altro, il
Cristo nascosto ma presente in ogni uomo, anche quello sfigurato dal dolore o
abbrutito dal male.
L'ospitalità monastica si configura come mistero di accoglienza, ascolto e assunzione dell'altro nella sua alterità, fino a portarlo davanti al Signore nell'intercessione; ministero di consolazione per chi è nella prova, ministero di solidarietà per chi è emarginato. L'ospitalità è offerta alle ragazze, signorine, signore, ma non sono escluse esperienze di giornate di ritiro da parte di gruppi giovanili e non, previ opportuni accordi con il monastero.
Le monache benedettine organizzano, su richiesta, incontri di riflessione sulla propria vita, di approfondimento sulla preghiera e sulla gioia del servizio per le sole giovani dai 18 ai 35 anni.
Il lavoro è una componente essenziale nella vita monastica. La tradizione monastica privilegia il lavoro in comune, perché le relazioni nel lavoro contribuiscono a fortificare l'unità della comunità: "Durante il lavoro non si deve perdere il raccoglimento e l'unione con Dio, per operare con libertà e tranquillità interiore".
Il vivere "insieme" presuppone, inoltre, una serie di servizi da rendersi a vicenda, che esigono presenza e attenzione nello spirito di carità fraterna: curare le malate e prendersi cura delle anziane, occuparsi di biancheria, vestiario, bucato, rilegatura di libri, cucina, giardino, ricamo ed altro ancora "Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date".
La vita monastico-benedettina è una "vita cenobitica", cioè una "vita in comune", in cui l'amore di Dio si concretizza nell'amore delle sorelle, preferendo alla volontà propria il bene comune e, al bene proprio la volontà di Dio, espressa nella Regola e applicata dalla Madre Priora nelle situazioni concrete. E' la realtà più concreta della stessa "comunità", in cui ciascuna si affianca quotidianamente all'altra, in cui il cammino di ciascuna diventa una storia comune. Scopo principale della monaca è di cercare Dio nella carità. La monaca cerca Dio non di propria iniziativa, ma grazie all'amore di Dio che l'invita a comunicare con Lui, nel prossimo.
Non ci si sceglie, non si sceglie il monastero: vi si è chiamate da un Bene superiore.
La bellezza della presenza di Dio illumina la quotidianità monastica: ogni giorno come il primo , ma ogni giorno sorge il Sole che apre il cuore della monaca come il bocciolo del fiore nella semplicità del dono di sé, che sfocia in gioia e fiducia nel sentirci in Lui una sola cosa, come dono eucaristico, condividendo "insieme" con cuore di "madri" le gioie e i dolori di tutti i fratelli del mondo.
A CURA DI
" Da quanto ho incontrato Gesù...
non faccio che parlare di Lui"