LA FAMIGLIA: ALLA RICERCA DI UN DISCERNIMENTO

Sono una ragazza sposata e ho una bambina. Purtroppo il rapporto coniugale non va affatto bene. Mio marito è solito stare fuori casa fino a tardi, bere e assumere sostanze stupefacenti, che spesso lascia in giro per la casa. A causa di ciò ho deciso di andare via di casa per vivere da mia mamma. Ho paura di affidargli la bambina anche per qualche ora, e che dire dell'angoscia che mi causa questa situazione. Il matrimonio è Sacro, lo so, ma devo salvaguardare la crescita sana della mia bambina. Cosa può consigliarmi? Grazie."


Nel rispondere a questa domanda utilizzerò le precisazioni del catechismo della Chiesa Cattolica, che come si legge nell'introduzione è il frutto dell'insegnamento della Sacra Scrittura, della Tradizione vivente della Chiesa e del Magistero autentico, come pure l'eredità spirituale dei Padri, dei santi e delle sante della Chiesa per poter permettere di conoscere meglio il mistero cristiano e di ravvivare la fede del popolo di Dio.


I numeri che il catechismo dedica al sacramento del matrimonio vanno dal 1601 al 1666. Per il nostro caso particolare ne citerò alcuni: 

  • 1644 L'amore degli sposi esige, per sua stessa natura, l'unità e l'indissolubilità della loro comunità di persone che abbraccia tutta la loro vita: « Così che non sono più due, ma una carne sola » (Mt 19,6). Essi « sono chiamati a crescere continuamente nella loro comunione attraverso la fedeltà quotidiana alla promessa matrimoniale del reciproco dono totale>>  (Familiaris consortio n.19).
  •  Questa comunione umana è confermata, purificata e condotta a perfezione mediante la comunione in Cristo Gesù, donata dal sacramento del Matrimonio. Essa si approfondisce mediante la vita di comune fede e mediante l'Eucaristia ricevuta insieme.
  • 1645 « L'unità del Matrimonio confermata dal Signore appare in maniera lampante anche dalla uguale dignità personale sia dell'uomo che della donna, che deve essere riconosciuta nel mutuo e pieno amore »(Gaudium et spes n.49) . La poligamia è contraria a questa pari dignità e all'amore coniugale che è unico ed esclusivo.
  • 1649 Esistono tuttavia situazioni in cui la coabitazione matrimoniale diventa praticamente impossibile per le più varie ragioni. In tali casi la Chiesa ammette la separazione fisica degli sposi e la fine della coabitazione. I coniugi non cessano di essere marito e moglie davanti a Dio; non sono liberi di contrarre una nuova unione. In questa difficile situazione, la soluzione migliore sarebbe, se possibile, la riconciliazione. La comunità cristiana è chiamata ad aiutare queste persone a vivere cristianamente la loro situazione, nella fedeltà al vincolo del loro matrimonio che resta indissolubile. (Codice di Diritto Canonico, 1151-1155)

1650 Oggi, in molti paesi, sono numerosi i cattolici che ricorrono al divorzio secondo le leggi civili e che contraggono civilmente una nuova unione. La Chiesa sostiene, per fedeltà alla parola di Gesù Cristo (« Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio »: Mc 10,1112), che non può riconoscere come valida una nuova unione, se era valido il primo matrimonio. Se i divorziati si sono risposati civilmente, essi si trovano in una situazione che oggettivamente contrasta con la Legge di Dio, perciò essi non possono accedere alla Comunione eucaristica, per tutto il tempo che perdura tale situazione. Per lo stesso motivo non possono esercitare certe responsabilità ecclesiali. La riconciliazione mediante il sacramento della Penitenza non può essere accordata se non a coloro che si sono pentiti di aver violato il segno dell'Alleanza e della fedeltà a Cristo, e si sono impegnati a vivere in una completa continenza.

Come avete potuto notare il catechismo non parla di casi singoli ma dice che per varie ragioni la chiesa permette la separazione. A valutare il singolo caso deve essere il sacerdote con le persone interessate e vedere se si può risolvere tutto anche con l'aiuto di assistenti sociali. Nel valutare le cose il bene della bambina non va sottovalutato, ma preso in prima considerazione perchè si tratta del bene maggiore.

A CURA DI

"Fai quello che puoi e chiedi quello che non puoi. Ed Egli farà in modo che tu possa" 

Don Carmelo Rizzo

Direttore spirituale de

L'Eco di Maria

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