LA CONFESSIONE
- Salve, sono un giovane ragazzo della parrocchia e ho un dubbio. Tempo fa andai a confessarmi da un sacerdote, che non ha prestato molta attenzione a ciò che gli dissi. Mi invitò a recitare 3 Ave Maria davanti la statua della Madonna e ritornare per avere l'assoluzione. Mi chiedevo: ha valore questa confessione? È stata data vera importanza o è stata presa con leggerezza? Come ci si dovrebbe avvicinare appropriatamente al Sacramento?
Nel rispondere alla domanda, prima volevo fare una breve nota teologia del sacramento, per poi descrivere di quali parti si compone il quello della confessione. Quest'ultimo si può chiamare anche della riconciliazione o della penitenza, nella risposta userò il termine penitenza per riferirmi al sacramento così come viene descritto nello stesso rituale.
Nel sacramento della Penitenza, i fedeli "ricevono dalla misericordia di Dio il perdono delle offese fatte a Lui, e insieme si riconciliano con la Chiesa, che è stata ferita dal loro peccato, ma che mediante la carità, l'esempio e la preghiera coopera alla loro conversione". Il peccato è offesa fatta a Dio e rottura dell'amicizia con Lui. Lo scopo della penitenza è essenzialmente quello di riaccendere in noi l'amore di Dio e di riportarci pienamente a Lui.
Il peccatore che, mosso dalla grazia di Dio misericordioso, intraprende il cammino della penitenza, fa ritorno al Padre che "per primo ci ha amati" (1Gv 4, 19), a Cristo, che per noi ha dato se stesso, e allo Spirito Santo, che in abbondanza è stato effuso su di noi. Ma "per un arcano e misericordioso mistero della divina Provvidenza, gli uomini sono uniti fra di loro da uno stretto rapporto soprannaturale, in forza del quale il peccato di uno solo reca danno a tutti, e a tutti porta beneficio la santità del singolo". Così la penitenza ha sempre come effetto la riconciliazione anche con i fratelli, che a causa del peccato sempre hanno subito un danno.
Il Sacramento della penitenza e le sue parti che tra loro sono inseparabili
- Contrizione Tra gli atti del penitente, occupa il primo posto, è "il dolore e la detestazione del peccato commesso, con il proposito di non più peccare". Dipende da questa contrizione del cuore la verità della penitenza. La conversione infatti deve coinvolgere l'uomo nel suo intimo, così da rischiarare sempre più il suo spirito e renderlo ogni giorno più conforme al Cristo.
- Confessione La confessione delle colpe, proviene dalla vera conoscenza di se stesso e dalla contrizione per i peccati commessi. Però l'esame accurato della propria coscienza, si deve fare alla luce della misericordia di Dio. La confessione poi esige nel penitente la volontà di aprire il cuore al ministro di Dio. Nel ministro di Dio la formulazione di un giudizio spirituale, con il quale, in forza del potere delle chiavi di rimettere o di ritenere i peccati, egli pronunzia, in persona Christi, la sentenza.
- Soddisfazione La vera conversione diventa piena e completa con la soddisfazione per le colpe commesse, l'emendamento della vita e la riparazione dei danni arrecati. Il genere e la portata della soddisfazione si devono commisurare a ogni singolo penitente, in modo che ognuno ripari nel settore in cui ha mancato, e curi il suo male con una medicina efficace. È quindi necessario che la pena sia davvero un rimedio del peccato e trasformi in qualche modo la vita. Così il penitente "dimentico del passato" (Fil 3, 13), s'inserisce con nuovo impegno nel mistero della salvezza e si predispone al futuro che lo attende.
- Assoluzione Al peccatore, che nella confessione sacramentale manifesta al ministro della Chiesa la sua conversione, Dio concede il suo perdono con il segno dell'assoluzione.
Il Sacramento della penitenza risulta così completo di tutte le sue parti. Quindi, per mezzo di esso il Padre accoglie il figlio pentito che fa ritorno a lui.
Cristo si pone sulle spalle la pecora smarrita per riportarla all'ovile, e lo Spirito Santo santifica nuovamente il suo tempio o intensifica in esso la sua presenza. Ne è segno la rinnovata e più fervente partecipazione alla Messa del Signore, nella gioia grande del convito che la Chiesa di Dio imbandisce per festeggiare il ritorno del figlio lontano.
Per concludere, ogni sacramento ha una sua dignità che deve essere rispettata e va celebrato secondo i canoni che ci consegna la Chiesa. L'assoluzione può essere anche negata dal sacerdote per i cosiddetti peccati riservati( esempio: attentato alla persona del Santo Padre, profanazione dell'Eucarestia) o se non si riscontra reale pentimento dei propri peccati. Nel quesito posto dalla domanda e cioè quello di rinviare l'assoluzione dopo una preghiera, credo che si sia trattata di una leggerezza da parte del sacerdote.
A CURA DI
"Fai
quello che puoi e chiedi quello che non puoi. Ed Egli farà in modo che tu possa"
Don Carmelo Rizzo
Responsabile protempore