LA COMUNIONE
- Caro Don Carmelo, quando vado a Messa, spesso mi capita di non prendere la Comunione perché bloccata dai sensi di colpa per non essermi confessata per bene. In particolare per i peccati di pensiero negativo verso qualcuno. Vorrei sapere se sbaglio, grazie!
Nel nostro tempo si smarrisce sempre più il senso del peccato, che è per sua natura direttamente proporzionale al senso di Dio. Quanto più l'uomo si incontra "a tu per tu" con il Signore, tanto più scopre e conosce i suoi peccati, sentendosi indegno di stare al cospetto di Dio. Succede come quando vediamo i mobili di una stanza al buio: la polvere sopra di essi non si nota, ma non appena accendiamo la luce o apriamo la finestra, immediatamente ci accorgiamo della polvere che si è accumulata.
Dio è luce, che mette a nudo le nostre mancanze, ma lo fa con amore e misericordia, ossia facendoci avvertire il bisogno di togliere da noi la "polvere" che forse da tempo abbiamo accumulato nella nostra vita. Tutto questo però non va confuso con un semplice sentimento psicologico, con un'emozione, perché altrimenti non sarebbe autenticamente liberante.
Un altro abbaglio del nostro tempo è quello di interpretare il peccato in termini puramente psicologici, legandolo al senso di colpa che la persona prova dopo aver compiuto una trasgressione. Una tale concezione è fuorviante, perché porta a pensare che sia peccato solo ciò che fa sentire in colpa, mentre tutto il resto, anche se oggettivamente non rispetta la legge di Dio, non viene ritenuto peccato grave. Senso della colpa e senso del peccato sono due cose molto diverse tra di loro.
- Proviamo a coglierne alcune differenze:
- Il senso della colpa è psicologico, mentre il senso del peccato è teologico
- Il senso della colpa è monologico, ossia consiste nell'io che guarda dentro se stesso. Invece il senso del peccato è dialogico, perché riguarda il rapporto tra l'uomo e Dio, si coglie nel sentirsi guardati e amati dal Signore.
- Il senso della colpa è frustrante, perché produce amarezza, insoddisfazione, rabbia verso se stessi, rassegnazione al male compiuto. Il senso del peccato è liberante, perché fa vedere il male come qualcosa da cui la potenza di Dio può trarre il bene. Di conseguenza convince il peccatore a "consegnare" il male da lui compiuto alla misericordia del Signore, che sa scrivere dritto anche sulle righe storte della nostra esistenza...
- Il senso della colpa è legato al timore, quello del peccato all'amore. La colpa, infatti, nasce dalla consapevolezza della trasgressione di una regola.
Il peccato dalla coscienza di avere offeso l'amore di Dio e di aver deluso le sue attese di Padre, la fiducia da lui riposta nei nostri confronti, il senso del peccato è allora maturante, perché ci fa crescere nel desiderio di amare il Signore e, prima ancora, di lasciarci amare da Lui.
Il senso delle colpa invece rischia di farci restare sempre fermi allo stesso punto, perchè può portare a fissarci su alcune trasgressioni, impedendoci di verificare tutto l'ampio panorama del nostro rapporto con Dio, con i fratelli e con noi stessi.
Il rischio è quello di confessare solo ciò che ci fa "sentire" in colpa, e non quello che realmente ferisce in noi l'amore di Dio. Solo l'autentico senso del peccato genera in noi il dolore perfetto, quello cioè che si lega all'amore e non alla paura del castigo di Dio.
Lo diciamo già nell'atto di dolore: "Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati, perché peccando ho meritato i tuoi castighi e molto più perché ho offeso Te infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa" .
Come affrontare il senso di colpa da cristiano? Devo fare in modo che la mia coscienza sia in linea con la Parola di Dio, in modo che non mi giudichi inutilmente, ma piuttosto si sintonizzi sempre più con la volontà di Dio nella mia vita.
Se voglio fare la volontà di Dio, lo Spirito Santo illuminerà aree nella mia vita dove la mia coscienza non è abbastanza sensibile per reagire. Lo Spirito mi mostrerà il peccato che abita nella mia carne (la mia natura umana), e questa è un'area molto più vasta rispetto al solo peccato che è visibile. Se sono ubbidiente allo Spirito e alla sua guida, anche la mia coscienza si amplierà e coprirà infine un'area più grande.
A CURA DI
"Fai
quello che puoi e chiedi quello che non puoi. Ed Egli farà in modo che tu possa"
Don Carmelo Rizzo
Responsabile protempore