JESSICA  

ECCO COME MI HA CHIAMATA LA MADONNA

Ciao a tutti, mi chiamo Jessica e oggi voglio raccontarvi la mia avventura più grande, bella e preziosa, quella che all'età di 24 anni ha cambiato la mia vita, ovvero il mio incontro con Dio. Come molti giovani anche io dopo aver ricevuto il sacramento della cresima, piuttosto che annunciare il regno di Dio mi sono allontanata dalla chiesa e per ben 9 anni sono andata solo quando ero invitata ad un matrimonio, un battesimo ecc. Finché non è accaduto un miracolo! Perché i miracoli che accadono non sono soltanto le guarigioni prodigiose del corpo, ma anche le numerose e silenziose conversioni del cuore. Come quelle che anche io oggi posso confermare accadono a Fátima, una città del Portogallo famosa per le apparizioni della Vergine Maria avvenute nel 1917. Da oltre 100 anni questo santuario mariano è meta di pellegrinaggio di milioni di persone, che arrivano da varie parti del pianeta, tra di loro ci sono anche io.

Il mio gruppo era formato da pellegrini tutti credenti, persone quindi piene di fede e di speranza nonostante le difficoltà e i dolori di questa vita. C'era chi è andato per chiedere una grazia, chi per rendere grazie a Dio e tra loro c'ero io, che invece ero lì semplicemente per la voglia di viaggiare e vedere luoghi nuovi ad esempio Lisbona la capitale, non perché non credessi a niente, certo che credevo in Dio, ma a quale? Credevo l'esistenza di un essere superiore, ma non mi sentivo di accettare nessuna religione. È stato anche per trovare risposte che decisi di affrontare la paura di volare per dirigermi verso questa meta santa, dove mi ripetevo: "se qualcosa di vero c'è, Dio si deve sentire più forte e la mia anima dovrebbe avvertirlo più facilmente".

La prima volta al Santuario non mi aspettavo di vedere così tanta gente, rimasi stupita nel constatare che c'è ancora tanta fede nel mondo. Ero li tra quella gente, alla ricerca di Dio e volevo trovarlo ma il sentiero da seguire non era chiaro. Sentivo che per trovare la verità dovevo provare a fare qualche passo verso questo Dio. Così partecipai alla Messa, ero immersa in un clima di fratellanza dove nazionalità, lingue e usi diversi si mescolano fra loro, mostrando che l'umanità ancora esiste. Poi partecipai alla Via Crucis che si svolse in un ambiente che pare fermatosi al tempo dei tre pastorelli. Indimenticabile la fiaccolata in Cova da Iria: emozionante vedere tutte quelle lucine. Si respira l'amore di Dio che ci unisce tutti. Un pomeriggio alcuni decisero di fare il percorso che dalla chiesa in fondo porta alla cappella delle Apparizioni. È un passaggio in lastre di marmo di circa 500 metri, che bisogna percorrere tutta in ginocchio, come sacrificio da offrire a Maria e per chiedere grazie e intercessioni. In molti la percorrono, chi munito di ginocchiere e chi no. Io rimasi un po' a guardare, per me era impensabile fare quel percorso per qualcuno che poi forse non esisteva. Mi guardai intorno vidi tante persone, c'era un padre di colore con il figlio in braccio, una ragazza sostenuta per le mani da due uomini ecc. Rimasi particolarmente toccata nel vedere così tanti fedeli in ginocchio. Sentivo come se qualcuno mi incoraggiasse a continuare, a non arrendermi a metà strada. Alla fine decisi di incamminarmi anch'io, la percorsi più velocemente degli altri per potermi alzare prima e quindi stancare di meno e con quel rosario tra le mani tenuto distrattamente, solo per somigliare agli altri. Durante il percorso ho provato sensazioni incredibili, qualcosa che lascia il segno dentro. Mi sono sentita avvolta da serenità, tranquillità e felicità. Gioia e pace, una pace che non è assolutamente di questa terra, è come se nella vita va tutto bene a tal punto che alla fine non sono riuscita neanche a chiedere la grazia che desideravo ma dire solo grazie per tutto quello che ho già. È come se ti venisse consegnata una gioia invincibile, si sente il cuore grato, leggero, immensamente riempito di amore. Si scopre che Dio ci vuole felici. Difficile da spiegare!

L'ultima notte a Fátima la trascorsi fra le lacrime, perché il pellegrinaggio è l'incontro con una realtà più grande e più profonda dell'uomo. E' un viaggio prima di tutto interiore, che mette in evidenzia le fragilità ma solo per infondere la speranza di un cambiamento spirituale. Un viaggio che ha una dimensione di esodo, di uscita dal proprio mondo e un andare verso l'alto che ha come meta l'incontro con Dio. Un ritorno a Lui, che è lì, con la sua presenza invisibile eppure efficace. Pensai a quante volte mi ero sentita domandare perché non credessi, alle tante scuse che inventavo alle mie amiche per non andare a Messa. Avevo iniziato a farmi delle domande, mi ripetevo non può essere un'invenzione, ma come poteva però un Dio che ama tanto aver permesso tanto dolore? Eppure mi sentivo piccola e bisognosa di Dio nella mia vita. Decisi quella notte di iniziare a parlare di nuovo con Gesù, è stato un po' come fare pace. Non sapevo come pregare, non ricordavo bene le parole delle preghiere e rimanendo bloccata decisi di pregare a modo mio, la preghiera divenne quindi un dialogo a cuore aperto. Decisi in quel momento di far entrare Dio nella mia vita di fidarmi e affidarmi a Lui, ma continuavo a domandarmi: "perché non riesco a credere?, perché non ho fede?" Pensai che forse bastava semplicemente chiederla e subito la chiesi, con la semplicità e l'umiltà di una bambina, con l'insistenza di chi ha capito che quel dono avrebbe potuto cambiarmi la vita. È proprio vero quando a pregare è il cuore Dio risponde. Era l'alba del 4 settembre 2019, il giorno del rientro. Ci svegliammo prestissimo per trovare posto alla Santa Messa. Era impossibile non guardare il cielo, si rimaneva stupiti da quel sole meraviglioso che sorgeva. Con gli occhi al cielo, ero come in attesa di qualcosa. Mi chiedevo se veramente pensavo che la vita fosse tutta qua. "No non è tutta qua, so che Lui c'è!" È stato allora che il mio cuore ha ricominciato a credere. Nel vasto piazzale davanti al santuario che gli altri giorni mi faceva sentire una qualunque, molto piccola nell'immensità, adesso sentivo lo sguardo di Dio su di me, un momento in cui Dio mi avvolse con il suo amore.

Durante il viaggio di ritorno aprii una pagina a caso di un libriccino che ci hanno dato e lessi la frase del Benedictus: "verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell'ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace". Pensai a quel sole meraviglioso che vidi nel momento in cui ho ricominciato a credere. Ero partita alla ricerca di Dio e l'aveva trovato. O meglio Dio era già lì accanto a me, bastava semplicemente guardarmi intorno, nei miei numerosi cammini, nei volti delle persone che ho incontrato, in quel sogno prima di partire, forse anche in quella nuvola sul Santuario appena arrivata, a forma di mano come a volermi guidare sulla via che porta a Lui, negli angeli che mi ha messo accanto per vegliare su di me e aiutarmi. A proposito ho capito che non occorrono segni e avvenimenti straordinari per arrivare alla conversione. Il vero cambiamento avviene dentro, senza nemmeno accorgersene. Dio aspetta il nostro "sì", il forte desiderio a voler ritornare alle cose del cielo, sulla strada che si è abbandonata. La fede nasce nel momento in cui più che la testa impari ad ascoltare il cuore e ti accorgi che c'è qualcosa di immenso che chiama, Dio che attira a sé. La chiave è ascoltare la voce del cuore nella quale si nasconde la voce di Dio. Ho capito che credere non significa comprendere tutto ma credere che in tutto, anche in ciò che non si comprende esiste un senso. Non è come molti sostengono il frutto di un'illusione, un ragionamento che ti fai sino a suggestionarti o qualche tradizione nata per convenzione, no non è nulla di tutto questo. È la constatazione di una cosa che fa parte di noi e della realtà che ci circonda e che solo l'occhio attento di chi guarda e non certo l'idea di quello superbo, che presume già di sapere cosa ha davanti, può accorgersi. Gli scettici affermano che sia una forma di debolezza ma è proprio l'opposto, è la robustezza di un'anima che spicca nei momenti decisivi. La fede è il miracolo più grande, è la scelta di fondare la propria vita su Cristo, che non vediamo ma abbiamo comunque la certezza della sua presenza. 

Adesso io credo e non perché la mia famiglia me lo ha insegnato o perché molta gente ci crede ma perché ho sperimentato l'esistenza di Dio e il suo amore nella mia vita. Con il cuore pieno di gratitudine verso Dio per il dono della fede ricevuta e per essere sempre al centro della mia vita, sento il desiderio di impegnarmi ogni giorno ad essere luce per gli altri, così come Maria, la Donna vestita di Sole, lo è stata per me. Lei è sempre vicino a noi anche se non ce ne accorgiamo! Questa è la mia storia e ho deciso di raccontarla perché voglio che la gioia di questo incontro non rimanga un fatto privato, ma voglio condividerla con tutti affinché sappiate che Dio ci vuole molto bene, siamo noi che non ce ne rendiamo conto. Oggi posso affermare con tutta sicurezza che Dio si lascia trovare da ogni cuore che lo cerca. Lui è accanto a te, che ti chiama e ti aspetta per ricominciare. Se ti decidi a cercare Dio davvero con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, Lui si lascerà trovare!  

A CURA DI

"Voglio essere come un raggio di sole che porta luce nella vita delle persone che Dio mette attorno a me"

Jessica Gueli

Redattrice

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