L'ira
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Sentimento improvviso e violento suscitato dal comportamento di persone o da avvenimenti, esso rimuove i freni inibitori che presiedono le scelte del soggetto coinvolto. L'ira o il furore è un brusco impulso che offusca la mente e il cuore, che si sfoga fino alla vendetta, aprendo la porta al sentimento dell'odio, cioè la grave avversione o ostilità verso persone, e che porta a desiderare per loro il male.L'iracondo desidera una vendetta che mostrerà in modo attivo o passivo. Essa, nel primo caso, è ricercata con atti di rabbia e risentimento contro chi, volontariamente o involontariamente, lo ha provocato; nel secondo caso, si caratterizza per una finta riservatezza,eccessiva elusività e distanza a danno del provocatore, oppure per autobiasimazione o sacrificio a danno di sé. L'iracondo può infatti provare una profonda avversione non solo verso qualcosa o qualcuno, ma in alcuni casi anche verso se stesso.
Due esempi biblici su cui meditare
Un giorno, mentre Davide tornava dall'uccisione di Golia, uscirono le donne da tutte le città d'Israele a cantare e a danzare incontro al re Saul. Alternandosi in doppio coro intonarono: «Saul ha ucciso i suoi mille, David i suoi diecimila». Saul ne fu profondamente sconvolto fino al punto che uno spirito cattivo si impossessò di lui e si mise a delirare. E mentre Davide suonava la cetra per intrattenere il re, questi impugnò la lancia e gliela scagliò contro pensando di inchiodarlo al muro. Fortunatamente Davide gli sfuggì indenne (cf 1 Sam 18,8ss).
Il re Erode ai magi che gli chiedevano: «Dov'è il re dei Giudei che è nato?». Disse: «Andate a Betlemme e informatevi accuratamente del bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo». Attese invano. Accortosi dunque che i re Magi si erano presi gioco di lui, s'infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio (cf Mt 2,1ss).
ANTIDOTO
Sant'Agostino, nella sua Regola, afferma che bisogna evitare le liti o almeno risolverle al più presto. Se l'offesa poi è reciproca, bisogna sapersi perdonare a vicenda. Altrimenti, come insegna Gesù, come si fa a pregare Dio se prima non ci si riconcilia con il fratello? Nei Vangeli apocrifi un momento bello come le nozze di Maria con Giuseppe viene guastato da un gesto di collera: uno dei mancati pretendenti di Maria spezza il suo ramo che non è fiorito come quello di Giuseppe, il prescelto.
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Nell'affresco di Domenico Ghirlandaio, che si trova a Firenze, in Santa Maria Novella, il pretendente, fuori di sé, alza addirittura il pugno contro la coppia che sta celebrando il matrimonio.
C'è anche una "santa collera": per esempio quella di Gesù che scaccia i venditori nel Tempio. Essi infatti avevano sostituito la Gloria di Dio col coltivare gli interessi propri. O l' indignazione di alcuni profeti, primo tra tutti Mosè, che davanti al tradimento del popolo che adora un vitello d'oro spezza le tavole dei Dieci Comandamenti.
Ogni giorno apprendiamo dai nostri TG ciò che un cuore collerico può portare: suicidio, omicidio in famiglia, violenze sulle donne e bambini, bullismo, atti intimidatori, stragi...che portano il genere umano alla distruzione.
Nel salmo 69 leggiamo: "Poiché mi divora lo zelo per la tua casa, gli insulti di chi ti oltraggia sono caduti su di me". Un'invocazione di aiuto in una situazione di estremo pericolo a causa dell'odio dei nemici: la situazione che Gesù vivrà nella sua passione. Lo zelo per il Padre e per la sua casa lo porterà fino alla croce: il suo è lo zelo dell'amore che porta al sacrificio di sé, non quello falso che presume di servire Dio mediante la violenza. Chiediamo al Signore il dono della guarigione delle ferite interiori che non ci permettono di amare e che hanno creato dei blocchi nel nostro cuore, muri nella nostra vita, che ci ostacolano e ci rendono infelici e inquieti. Riconoscere queste ferite, il perché e dare loro un nome è già il primo passo.
Nel confessionale possiamo consegnarli al Signore, che col suo abbraccio ci purifica e guarisce. Il dono del "perdono" è una grazia che dobbiamo chieder ogni giorno, nella preghiera personale e comunitaria. Come diceva Don bosco: "Confidate ogni cosa in Gesù Sacramentato e in Maria Ausiliatrice e vedrete cosa sono i miracoli". .
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GOCCE DI LUCE
A CURA DI
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"Ascolta la voce dei tuoi sogni, se son vestiti d'amore è Cristo nel cuore!"
Giusy Aquilino
Direttrice