L'INVIDIA
L'invidia consiste in un sentimento di profondo rammarico che investe una persona nel vedere, o anche solo nel sapere, che un'altra è più brava e più capace di lei, perché il suo successo negli affari è grande, perché è felice, perché la sua carriera è brillante, perché ogni cosa va a gonfie vele, anche nell'ambito della salute e della famiglia, sostenendo che tutto ciò sia frutto di ingiustizia. Si mira così a svalutare la persona invidiata. L'invidioso scoraggia, senza fondato motivo, possibili iniziative in modo da impedire una crescita.
A differenza della superbia, della gola o della lussuria, l'invidia è forse l'unico vizio che non procura piacere; potrebbe, al contrario, anche esprimersi tramite autocommiserazione, lamento, vittimismo, frustrazione. Il desiderio di poter avere anche noi il bene degli altri e il loro successo, è disdicevole soltanto quando il successo altrui è considerato un male per noi. Nell'ordinaria tentazione ciò può investire il cuore e la mente per qualche momento e questo non ci deve impressionare, perché è umano. Ma quando il rammarico si impadronisce di tutto l'essere, tanto da diventare un disappunto astioso che può sfociare in qualche azione o comportamento non corretto, come odio, maldicenze, mormorazioni, giudizi avventati e perversi, con strascico di gelosie, rivalità, dispetti e rancore, si rischia oltre che a far del male, di rovinare la salute.
COSA CI INSEGNA LA SACRA SCRITTURA
- «La morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo» (Sap. 2,24)
-Nel libro della Genesi (4, 3-9) viene raccontata la storia di Caino ed Abele: "[...]Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suolo in sacrificio al Signore; anche Abele offrì primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. Il Signore disse allora a Caino: «Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dòminalo »
-Giuseppe l'Ebreo venduto dai fratelli per venti sicli.
- "Pilato sapeva che i sommi sacerdoti gli avevano consegnato Gesù per invidia" (Mc 15,10).
-Molti miracoli e prodigi avvenivano tra il popolo per opera degli apostoli, e andava crescendo il numero di coloro che credevano nel Signore, fino al punto che portavano gli ammalati nelle piazze quando passava Pietro, perché anche solo la sua ombra coprisse qualcuno di loro e venisse guarito. Allora il sommo sacerdote e i suoi aderenti, pieni di gelosia e di invidia misero le mani sugli apostoli e li gettarono in prigione (cf At 5,12ss).
-I Giudei sobillarono le donne pie e i notabili della città e suscitarono una persecuzione contro Paolo e Barnaba" (cf At 13,12ss).
-Dice San Giacomo: "Dove c'è invidia e ambizione egoistica, là c'è disordine e ogni azione cattiva" (Gc 3,16).
-San Paolo scrivendo ai Corinti afferma: "Quando c'è tra voi invidia e discordia, non appartenete forse al mondo? Quando uno dice: Io sono di Paolo, e l'altro: Io sono di Apollo, non vi dimostrate semplicemente uomini?" (1 Cor 3,3ss).
GOCCE DI LUCE
-"Un cuore tranquillo è la vita di tutto il corpo, l'invidia è la carie delle ossa" (Pr 14,30).
-"Dio ha creato l'uomo per l'immortalità, ma la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo" (Sap 2,23-24).
È chiaro che i mali dello spirito vengono perché non ascoltiamo il nostro Gesù. Dice infatti la Bibbia: "che se uno non segue la sana parola, costui è accecato dall'orgoglio, è preso dalla febbre di cavilli, e da ciò nascono le invidie, i litigi, le maldicenze, i sospetti cattivi" (1 Tm 6,4).
La carità è paziente, è benigna la carità; la carità non invidia, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, ma si compiace della verità. (Inno alla carità)
L'unica cosa che dobbiamo desiderare con tutto il cuore è di amare il Signore, di nutrirci della sua parola, di vedere il suo volto e di saziarci del suo amore. Non dobbiamo essere preoccupati per i capitali della terra che prima o poi dovremo lasciare, ma dei capitali del cielo che godremo in eterno presso Dio: "Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore" (Mt 6,19-21); "Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta" ( Mt 6,33)
Non desiderare la roba degli altri.
QUANDO UN VIZIO DIVENTA PECCATO?
È peccato desiderare? Tutti i fedeli devono sforzarsi di dirigere rettamente i propri affetti, affinché dall'uso delle cose di questo mondo e dall'attaccamento alle ricchezze, contrario allo spirito della povertà evangelica, non siano impediti di tendere alla carità perfetta" (Catechismo della Chiesa Cattolica 2545). Dio ci raccomanda solo di non desiderare a tal punto le cose degli altri da volercene appropriare ingiustamente. Ci raccomanda di non desiderare ciò che non è bene, vietandoci il desiderio che porta al peccato e che rovina la nostra anima, nel rispetto dei diritti altrui. Dobbiamo essere contenti di ciò che abbiamo e volere solo ciò che rende contenti.
ANTIDOTO
Il battezzato lotterà contro l'invidia mediante la benevolenza e l'esercizio dell'umiltà. Loda il Signore quando ti accorgi di quanto sei misero! Attacca il demonio tramite la confessione, difenditi attraverso la preghiera, offri la tua debolezza al Signore durante la celebrazione dell'Eucaristia.
Non confondiamo invidia e gelosia: la prima è risentimento verso qualcosa che qualcuno ha, ma che non mi appartiene; la seconda è la paura che qualcuno mi porti via ciò che già ho.
A CURA DI
"Ascolta la voce dei tuoi sogni, se son vestiti d'amore è Cristo nel cuore!"
Giusy Aquilino
Direttrice