INTERVISTA ALL'ASSOCIAZIONE 

"A TESTA ALTA"

-Quali sono le principali differenze tra la Mafia di ieri e quella di oggi?

La Mafia di ieri è quella che ritroviamo nei film, iniziando con gli uomini d'onore e finendo con le stragi avvenute negli anni 90', che purtroppo conosciamo tutti. Si agiva a braccio armato, si uccideva facendo affari con i politici, senza coinvolgere figure di spicco.

Ricordiamo i nostri licatesi vittime delle ingiustizie: Bennici morto nel 94' , perché non ha voluto piegare la testa al mafioso di turno che chiedeva i soldi della gara d'appalto vinta, e Vincenzo di Salvo, un sindacalista ucciso nel 58'.

La Mafia adesso sembra una cosa molto distante da noi, astratta, in quanto vissuta solo come una cosa che uccide. Invece ha solo cambiato metodo, è subdola perché è cambiata la società, sempre presente nelle correnti di interesse economico come le gare d'appalto, la gestione delle energie alternative, quindi nei parchi eolici (a riguardo sono state condotte delle indagini che vedono coinvolte delle persone molto vicine a Matteo Messina Denaro) . Il silenzio, che si sposa con l'indifferenza dei cittadini che non danno valore al patrimonio comune, non è da considerarsi un segno positivo, al contrario profuma di compromessi e di accordi.

-Sappiamo che per debellare questa organizzazione bisogna non essere omertosi e, soprattutto, istruire i bambini al fine di non favorirne la capillarizzazione nella società. Ma negli ultimi anni molti sono i mafiosi che, compresa la potenza dell'istruzione, si laureano in modo da poter accedere ai principali settori amministrativi statali. Quale potrebbe essere una possibile soluzione per affrontare questa nuova realtà?

Da sempre gli uomini d'onore sono state delle persone colte. Dei mafiosi ricordiamo il medico Navarra. Il sapere ti porta ad andare avanti, questo vale per tutti, poi nella libertà ognuno può utilizzare le conoscenze acquisite per servire il bene o il male.

La trasparenza è un ottimo canale per il debellamento della corruzione e di questo ne discutiamo soprattutto nelle scuole, luoghi in cui ai ragazzi si danno gli strumenti per monitorare il domani. Tuttavia bisogna far crescere anche la coscienza civile, anche se più difficile. Dobbiamo risvegliarci da questo torpore che circonda la nostra realtà, metterci in movimento e parlare.

-Quali sono le altre forme di Mafia che possono essere presenti nella vita di tutti i giorni?

Nella vita di tutti giorni la Mafia è presente soprattutto nella forma intimidatoria, atteggiamento tipico, diretto ad inquinare gli appalti, ad intromettersi nel flusso del danaro pubblico, a indirizzare nella scelta del voto, spesso usando l'esca della promessa di un posto di lavoro

In tutti i settori in cui la Mafia si infiltra, tutto ricade sui cittadini, nella nostra vita quotidiana, perché assistiamo alla carenza di servizi: vedi i cumuli di rifiuti per strada, il crollo dei ponti causato dall'uso del cemento depotenziato, e che dire delle ingiustizie sulla distribuzione dei posti di lavoro che causa un alto tasso di emigrazione.

Secondo la DIA (Distretto Investigativo Antimafia) Agrigento è la provincia siciliana più colpita dal sottosviluppo economico e sociale, e la causa più rilevante è proprio tale infiltrazione in tutti i settori. Il fatto che la nostra provincia abbia un alto tasso di emigrazione a causa del suo sottosviluppo, ci segnala la forte presenza di questa organizzazione.

La Mafia non è presente solo nei territori in cui vi è carenza di servizi di vario tipo, c'è anche nei luoghi un cui funzionano. Quando nelle gare d'appalto a vincere vi sono sempre le stesse aziende, le altre falliscono. Quando il voto è condizionato perché un qualcuno ha promesso un posto di lavoro, c'è qualcosa che non va. La democrazia stessa viene sgretolata. E in un Paese dove non vi è democrazia, non esiste neanche la libertà.

La corruzione è il terreno di incontro tra la Mafia e l'apparato burocratico. Noi cittadini sostenuti dalle Forze dell'Ordine e dalla Magistratura possiamo vigilare sulla corretta applicazione delle regole anticorruzione. Si può partire con il monitoraggio civico, chiedendo ad esempio il perché un cittadino indigente prende 12.000 euro e gli altri 300.000. In questo modo, chi è preposto nel assegnare queste somme, ci pensa due volte prima di agire;

Un'altra mancanza sui nostri diritti la si incontra nelle cosiddette amicizie: occorre un amicoper accedere a un servizio sanitario, o se è necessario sistemare un pezzo di strada rotta. Purtroppo ci stiamo abituando ad una realtà tipica mafiosa e a pagarne le conseguenze vi sono soprattutto gli incolti, che non sono a conoscenza dell'esistenza dei diritti del cittadino comune.

-Lo Stato è in grado di tutelare adeguatamente pentiti di mafia, oppositori al racket e coloro che denunciano le mafie, come i giornalisti?

Purtroppo non in maniera adeguata. Occorrerebbe fare molto di più. I casi di Ignazio Cutrò, molto recenti, di cui ci siamo occupati, dimostrano che la presenza dello Stato va via via sparendo. Passata la fase processuale e ottenuti i rari risultati positivi, soprattutto nella nostra provincia, dove l'omertà raggiunge livelli molto elevati, in sede processuale è molto probabile che quei pochi imprenditori ritrattino le loro accuse mosse nei confronti di chi li aveva minacciati con atti intimidatori.

Un esempio è quello di Vincenzo de Marco, di Camastra, che ha denunciato la famiglia mafiosa del paese e con dolore si è ritrovato solo, abbandonato da tutti. La mancanza di sostegno della famiglia stessa e della società li spinge a fare dietrofront. Il fatto di farsi gli affari propri non è una cosa affatto corretta. A Gela di recente sono sorte delle associazioni antiracket che funzionano bene sostenendo la vittima fino alla fine.

Nel caso dei collaboratori di giustizia, lo Stato non adopera delle misure adeguate per tutelarli. Occorrono delle correzioni legislative e procedere con un risarcimento economico alle vittime. Quest'ultimi devono far fronte ad una serie di circostanze, come ad esempio affrontare diversi processi che procura un notevole stress e ingenti quantità di denaro. Ci auspichiamo che vengano prese delle misure legislative a sostegno dei collaboratori. Se lo Stato fosse in grado di sostenere economicamente queste persone e proteggerle, allora vi sarà una maggiore possibilità che vi siano delle denunce. Ma finché ciò non succede, continuerà a calare il silenzio.

-Cosa vorrebbe dire ai ragazzi di oggi affinché comprendano l'importanza della legalità?

Più che di legalità, ai ragazzi parliamo di responsabilità, di giustizia e soprattutto di non scendere a compromessi. Consigliamo di impegnarsi nel volontariato per abituarsi a mettere a disposizione le proprie energie, per condividere, ad aiutare chi soffre. Anche in un attività ordinaria ,come lo sport, si può donare molto pretendendo ad esempio il rispetto delle regole.

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"Guardandoti dentro puoi scoprire la gioia, ma è soltanto aiutando il prossimo che conoscerai la vera felicità"

Gruppo Giovani GaC

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