COME DOSARE L'UMILTÀ E LO ZELO
- Vorrei un'indicazione su come conciliare la virtù dell'umiltà, che spesso mi porta a mettermi da parte e quasi a chiudermi, con il fervore e lo zelo
Credo che prima bisogna dare una piccola spiegazione sui termini in questione e poi vedere come si armonizzano tra di loro. Vediamo un po' quindi cosa si intende per virtù, per umiltà e per zelo.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica(CCC) al numero 1803 così si esprime:
La virtù è una disposizione abituale e ferma a fare il bene. Essa consente alla persona, non soltanto di compiere atti buoni, ma di dare il meglio di sé. Con tutte le proprie energie sensibili e spirituali la persona virtuosa tende verso il bene; lo ricerca e lo sceglie in azioni concrete: « Il fine di una vita virtuosa consiste nel divenire simili a Dio ».
Tra le virtù umane, che (sono attitudini ferme, disposizioni stabili, perfezioni abituali dell'intelligenza e della volontà che regolano i nostri atti, ordinano le nostre passioni e guidano la nostra condotta secondo la ragione e la fede) possiamo annoverare innanzitutto l'umiltà e vediamo dunque cosa si intende per umiltà.
Ora se sfogliassimo le pagine dei più noti dizionari della lingua italiana, noteremmo quante implicazioni di significato contenga la parola "Umiltà".
Accanto alle varie definizioni, quali "riverenza", "sottomissione", "modestia" e "riservatezza dei modi, del contegno" ecc.. L'umiltà viene anche comunemente descritta come "la coscienza della propria debolezza ed inferiorità nei confronti di altri, che induce una persona a pensare e ad agire in un continuo stato d'inferiorità, reprimendo nel suo intimo ogni moto d'orgoglio". Secondo quest'ultima definizione sembra che il termine "umiltà" sia una sorta di resa morale, che induce l'individuo a reprimere ogni pretesa, financhè a rinunciare alla propria volontà e dignità.
Senz'altro, quando Gesù invitava ad imitarLo nell'umiltà," Imparate da Me che sono mite ed umile di cuore" non voleva indurre la gente a sentirsi inferiore e fallita. Egli desiderava trasmettere un'attitudine di vera umiltà, affinché le persone potessero vivere la loro vita con maggiore sobrietà.
Il credente è chiamato a praticare l'umiltà, quel sentimento ed attitudine di riverente sottomissione verso Dio, in una società in cui viene lodato ed esaltato chi riesce a prevaricare sugli altri. Certamente è impossibile per l'uomo praticare l'umiltà, ma quando viene salvato ed il suo cuore è rigenerato dallo Spirito Santo, egli impara direttamente dal Maestro, Cristo Gesù.
Se, di fronte ai consigli della Parola di Dio, avvertiamo che il nostro atteggiamento è mancante, non continuiamo a cercare nel nostro cuore la forza per essere umili: anche questo è sintomo di superbia che produce sconfitta e frustrazione.
Imparare da Cristo, questo è il segreto di un cuore che progredisce costantemente sulla via dell'umiltà e della santificazione.
ANDIAMO ORA ALLO ZELO:
Il termine greco tradotto "zelo" nella Bibbia riproduce il gorgoglio dell'acqua, messa su una fonte di calore. Viene perciò usato figurativamente per indicare alcuni stati mentali ed emozioni e si riferisce al credente che mostra desiderio di servire il Signore, che ha un intenso entusiasmo, che si dedica completamente a Dio.
Il senso biblico della parola "zelo" è quindi: passione bruciante o desiderio straordinariamente acceso in uno spirito abbastanza caldo a bollire. In un contesto negativo, lo zelo diventa un fuoco, una passione per ciò che non è da Dio. Lo zelo negativo ("gelosia") è guidato dall'io (diretto verso sè stessi) e produce un comportamento arrogante e senza scrupoli. Per esempi negativi di questo zelo si vedano Atti 5,17; 13,45, Rom. 13,13; 1 Corinzi 3,3; Gal. 5:20.
In un contesto positivo si riferisce a quel "fuoco consumante" per Dio prodotto dalla pienezza e dalla presenza dello Spirito Santo in una persona. Si manifesta attraverso una fervente passione (intenso desiderio) di fare la Sua volontà. Cfr. Giov. 2,17; Rom 10,2; 2 Cor. 7,7.11.
Dovremmo letteralmente "bollire (per impeto) nel desiderare i doni spirituali (1 Cor. 14,1), in altre parole ricercare sinceramente gli equipaggiamenti forniti dalla grazia di Dio, essendo intimamente convinti della necessità di sperimentare la pienezza del Signore. Molti cristiani non sperimentano i doni spirituali perché manca in loro quello zelo ardente che Dio richiede nel ricercarli nella giusta maniera.
Concludendo, nella vita dobbiamo concentrarci come credenti nel fare il bene fino al momento in cui questo diventerà in noi spontaneo, deve essere scontato per un cristiano fare il bene, questa è la virtù e poi l'umiltà e lo zelo devono essere ricondotti solo a Dio, imparare da Lui attraverso la sua Parola e il Suo esempio" Cristo Gesù pur essendo di natura divina non considerò un tesoro la sua uguaglianza con Dio, ma umiliò se stesso..." e sentire in noi quel fuoco che deve ardere del desiderio della Sua presenza e volontà.
A CURA DI
"Fai
quello che puoi e chiedi quello che non puoi. Ed Egli farà in modo che tu possa"
Don Carmelo Rizzo
Responsabile protempore