CHIESA SANT'ANGELO

L'edificazione
della chiesa dedicata a Sant'Angelo Carmelitano,martirizzato nella chiesa degli
antichi protettori della città di Licata, SS. Filippo e Giacomo, risale al 1308
ed è testimoniata da un rendiconto delle decime, ovvero delle tasse, pagate al pontefice. In realtà,però, si trattava di una chiesetta estremamente piccola, dotata di
unica navata, situata nel cuore di un complesso di casupole, in un intricato
labirinto di viuzze. La vera e propria edificazione si deve alla volontà del vescovo di Agrigento,
Mons. Rodolfo, che ne commissionò la costruzione nel 1564. La nuova chiesa
risultò essere più grande rispetto a quella originaria, coperta con tetto in
legno tutto dipinto e arricchito con i contrassegni delle famiglie più nobili
della città. Dopo qualche anno dalla sua costruzione, però, la chiesa si rivelò
angusta e troppo piccola per accogliere la folla di fedeli, sempre più
numerosa, che accorreva per pregare il Santo Martire.
Così la corte giuratale di Licata, nel 1624, decise di farne edificare una più grande che includesse quella preesistente. La costruzione iniziò nel 1626 ma poi venne bloccata a causa della mancanza di soldi. Nel 1652 ripresero i lavori la cui direzione venne affidata a Serrovira. Per dotare la chiesa di un ampio sagrato, i giurati fecero demolire le casupole antistanti ad essa, creando così l'attuale piazza Sant'Angelo. La chiesa venne inaugurata alla vigilia della festività votiva del santo, il 15 agosto del 1662. All'inaugurazione seguirono dieci giorni di grande festività, ai quali parteciparono anche i Licatesi emigrati,che in occasione dell'evento fecero ritorno in patria.
La progettazione del prospetto viene fatta risalire all'architetto maltese
Francesco Bonamici, che per cause sconosciute, non riuscì a completare l'opera.
Come sostituto, pare che sia stato scelto il giovane padre gesuita licatese
Angelo Italia, architetto di grande spessore che ha contribuito alla diffusione
dello stile barocco in tutta la Sicilia. L'attribuzione all'Italia sarebbe
confermata dalla presenza nel progetto di elementi che contraddistinguevano il
suo stile, in particolare la presenza di due campanili simmetrici affiancati al
corpo della facciata, poi non realizzati
Qualche tempo dopo, al posto dell'olio, una donna trovò un giglio che subito raccolse, ma esso spuntò il giorno dopo, e dopo essere stato nuovamente reciso, spuntò nuovamente. I fedeli sbalorditi da questo evento, scavarano proprio nel punto in cui spuntava il fiore e lì trovarono delle ossa che vennero subito attribuite a S. Angelo, ucciso proprio nella chiesa dal castellano Berengario La Pulcella. Rimosse le reliquie, spuntò dell'acqua dagli effetti miracolosi. Per volontà dei fedeli, fu così scavato il pozzo, una volta luogo di sepoltura del Santo Martire, che oggi si ammira sotto la navata destra. Il pozzo è stato oggetto di vari studi e di numerose tesi di laurea. Al di là dell'aspetto miracoloso, l'importanza che i Licatesi davano all'acqua va collegata al culto delle acque diffuso prima nell'antica Sicania e poi nella Sicilia ellenizzata. Sta di fatto che è un luogo fortemente importante al di là della miracolosità, in quanto luogo di ritrovamento delle ossa di Sant'Angelo.
A CURA DI
"Non devi adoperarti perché gli avvenimenti seguano il tuo desiderio, ma desiderarli così come avvengono"
Federica Malfitano
Redattrice