BLAISE PASCAL
- Vita
Blaise Pascal nasce il 19 giugno 1623 a Clermont-Ferrand (Francia) da una famiglia agiata. Il padre lo istruisce personalmente iniziandolo ad interessi scientifici e facendogli frequentare le riunioni dei circoli culturali parigini. Il piccolo Pascal mostra assai precocemente le sue straordinarie doti di intelligenza. L'assiduo studio della geometria e del calcolo lo porterà ad elaborare il teorema che porta il suo nome ("Teorema di Pascal") e a progettare la prima macchina calcolatrice, detta "pascalina".
Parallelamente agli interessi scientifici e filosofici, Pascal ha però sempre coltivato un intenso spirito religioso e un'intensa riflessione teologica. La prima conversione di Pascal si fa solitamente risalire al 1646, anno che registra un grave peggioramento della sua salute. Il senso di prostrazione e di abbattimento causato dalla malattia lo induce a mettere sulla carta le sue riflessioni, che ci parlano delle sue esperienze sull'esistenza del vuoto e del timore da questo procurato. Tormentato da forti cefalee, Pascal è "costretto", su consiglio dei medici, ad osservare un regime più mondano. Uomo profondo e assetato di spiritualità, ben presto si annoia di frequentare salotti e feste insulse.
Del '58 sono gli importanti "Scritti sulla Grazia" nei quali rivela una gran conoscenza teologica mentre, in parallelo, continua a lavorare al progetto di una "Apologia del Cristianesimo", mai terminata; i frammenti furono poi raccolti nei "Pensieri".
E' proprio in questa raccolta che compare la famosa tesi della "scommessa" circa la fede su Dio. La riflessione filosofica di questo autore muove dall'analisi dell'animo umano, che è non soltanto il punto di partenza delle ricerche di Pascal, ma anche il punto d'arrivo. L'uomo è sempre considerato in rapporto con il divino, che rappresenta l'unico vero appiglio che egli possiede, o meglio, che può scegliere di possedere. L'essere umano è infatti caratterizzato da una condizione di precarietà, che lo incatena e lo costringe a barcamenarsi tra un polo e l'altro della sua esistenza: tra il volere e l'avere, tra la carne e lo spirito. L'uomo così è posto in una posizione di medietà tra l'infinitamente grande, ovvero il divino, e l'infinitamente piccolo, cioè il nulla. Questa condizione crea una frattura incolmabile nell'animo umano, che lo trascina verso l'infinita piccolezza. In questo senso, l'uomo di Pascal è profondamente moderno: è un uomo che sa, ma che non può aspirare all'onniscienza. È un uomo che può, ma che non può tutto, che non può, soltanto appigliandosi alla propria volontà, cambiare il corso della realtà. Però, a differenza degli altri esseri viventi, l'uomo può comprendere la sua condizione, anche se solo in parte, nella misura in cui il suo intelletto è limitato. L'uomo, che con il solo supporto del suo intelletto non può arrivare da nessuna parte, finisce per vivere nell'errore. Ecco perché gli esseri umani hanno bisogno di Dio e della fede: soltanto con questo supporto superiore ci si può dare un fine e si può trascendere dalla dimensione terrena di mera apparenza. Chi vive senza Dio è destinato a rimanere avviluppato nella materialità, che non potrà mai riempire quel vuoto infinito che la mancanza di Dio lascia nel cuore.
Ma qual è la ricetta per avere quella fede che permette all'uomo di saziare il suo animo e di vivere illuminato da un fine ultimo? Non esiste ricetta. Non esistono teoremi per poterne dimostrare l'esistenza, bisogna semplicemente decidere se affidarsi o meno, se perdere o vincere "tutto": se si scommette sulla non esistenza di Dio non solo non si vince niente, ma si perde tutto, ovvero si perde la possibilità del bene infinito. Se invece si scommette sulla Sua esistenza, allora il premio sarà la beatitudine eterna.
Dopo un lungo periodo di ritiro nell'eremo di Port-Royal, muore di tumore addominale il 19 agosto 1662 a soli trentanove anni.
A CURA DI
"La grandezza dell'uomo si misura in base a quel che cerca e all'insistenza con cui egli resta alla ricerca "
Giuseppe Bruna
Caporedattore
"La bellezza delle cose esiste nella mente di chi le osserva"
Kristal Aquilino
Redattrice