B.M.V. ADDOLORATA
La devozione alla vergine Addolorata si sviluppa a partire dalla fine dell'XI secolo, con un primo cenno a celebrazioni dei suoi cinque gaudi e dei suoi 5 dolori, simboleggiati da 5 Spade, anticipatrici della celebrazione liturgica istituita più tardi. Ma la sua storia ha un inizio preciso: il 15 agosto 1233, quando sette nobili fiorentini iscritti all' Arte dei Mercanti e poeti-attori della compagnia dei Laudesi erano soliti esprimere il loro amore a Maria in laudi davanti un'immagine dipinta su parete di una via, come i giullari facevano con la donna amata.
Improvvisamente videro l'immagine animarsi, apparire addolorata e vestita a lutto per l'odio fratricida che divideva Firenze. Questi giovani gettarono le armi, indossarono un abito a lutto e istituirono la compagnia di Maria Addolorata detta dei Serviti e si ritirarono in penitenza e preghiera sul monte Sanario.
Alle origini essi pregarono la Vergine gloriosa regina del cielo, perché Maria era nella gloria e la vedevano vestita della sua storia terrena di sofferenza e di privazione, l'abito di vedovanza, segno della sua passione sul Calvario.
Con il passare dei secoli queste motivazioni dettero origine a varie espressioni di devozione: la Madonna ai piedi della Croce, la Confraternita dei Sette Dolori, la Corona dell'Addolorata, ecc.
Tra il 1668 e il 1690 lei iniziative di culto da parte dei Servi di Maria favorirono la diffusione del culto della Madonna dei dolori. Intanto, il 9 giugno 1668 la S. Congregazione dei Riti permise all'Ordine di celebrare la messa votiva dei Sette Dolori della Beata Vergine. Nel relativo decreto si faceva menzione del fatto che i Servi di Maria portavano l'abito nero in memoria della sua vedovanza e dei dolori che ella sostenne nella passione del Figlio.
Inizialmente il culto dell'Addolorata era collegato alla Settimana Santa, poi è nata la sua festa, originariamente celebrata il venerdì prima della Settimana Santa o dopo la Pasqua ed fine a settembre. Ancora oggi in alcune località è festeggiata alle antiche date.
A CURA DI
"La grandezza dell'uomo si misura in base a quel che cerca e all'insistenza con cui egli resta alla ricerca "
Giuseppe Bruna
Caporedattore