ALBERT EINSTEIN

"La mente è come un paracadute. Funziona solo se si apre"

«Non ho particolari talenti, sono solo appassionatamente curioso.» Albert Einstein è considerato come il più grande fisico di tutti i tempi, per i suoi preziosi e molteplici contributi. Mente brillante e personalità originale, anche Einstein ha incontrato nel suo percorso non pochi ostacoli. Fu insofferente fin dalla tenera età al sistema di educazione scolastica vigente a quel tempo, ragion per cui, nonostante il suo nome sia tutt'oggi associato alla definizione di genio, non si distinse-nel primo periodo dei suoi studi- come ci aspetteremmo: fu addirittura respinto al test di ammissione all'università. Non per questo decise di arrendersi, tanto che poco tempo dopo iniziò a pubblicare una serie di lavori che costituirono una svolta nella storia della fisica moderna e nella sua vita, tanto che uno di questi gli valse il premio Nobel ricevuto nel 1921. Fu inoltre colpito dal clima antisemita purtroppo all'epoca largamente diffuso: ricevette varie minacce di morte per le sue origini ebree e anche le sue teorie vennero duramente criticate per lo stesso motivo. La sua storia ci insegna che non sempre i nostri obiettivi e le nostre capacità sono riconosciuti nel loro potenziale, ma essi si fondano, prima che sull'approvazione degli altri, sulla nostra caparbietà e determinazione nel portarle avanti. Uno studente "mediocre" è diventato uno dei più grandi pensatori del XX secolo, grazie in particolare alla sua forza d'animo e alla curiosità che ha alimentato la sua intera esistenza.

Vita

Albert Einstein nasce il 14 marzo del 1879 a Ulm, in Germania da genitori ebrei non praticanti. L'infanzia di Einstein si svolge nella Germania di Bismarck, un paese in via di massiccia industrializzazione, ma anche retto con forme di dispotismo che si fanno sentire a vari livelli e in vari ambienti della struttura sociale. Il piccolo Albert è per istinto un solitario ed impara a parlare molto tardi. Da bambino legge libri di divulgazione scientifica con quella che definirà "un'attenzione senza respiro", e odia i sistemi severi che rendono la scuola del suo tempo simile ad una caserma.

Gli affari della fabbrica cominciano ad andare male e Hermann Einstein esorta il figlio Albert a iscriversi al famoso Istituto Federale di Tecnologia, noto come Politecnico di Zurigo. Non avendo però conseguito un diploma di scuola secondaria superiore, nel 1895 deve affrontare un esame di ammissione: viene bocciato per insufficienza nelle materie letterarie. Ma ci fu di più: il direttore del Politecnico, impressionato dalle non comuni capacità mostrate nelle materie scientifiche, esorta il ragazzo a non rinunciare alle speranze e a ottenere un diploma abilitante per l'iscrizione al Politecnico nella scuola cantonale svizzera progressiva di Aargau. Nel 1896 può finalmente iscriversi al Politecnico, dove prende una prima decisione: non farà l'ingegnere bensì l'insegnante. Albert Einstein si laurea nel 1900 e nel 1905 pubblica tre studi teorici. Il primo e più importante studio contiene la prima esposizione completa della teoria della relatività ristretta. Il secondo studio contiene un'ipotesi rivoluzionaria sulla natura della luce, dieci anni dopo confermata sperimentalmente da Robert Andrews Millikan. Il terzo e più importante studio è del 1905 e reca il titolo "Elettrodinamica dei corpi in movimento": esso contiene la prima esposizione completa della teoria della relatività ristretta, frutto di un lungo e attento studio della meccanica classica di Isaac Newton, delle modalità dell'interazione fra radiazione e materia, e delle caratteristiche dei fenomeni fisici osservati in sistemi in moto relativo l'uno rispetto all'altro. E' proprio quest'ultimo studio che porterà Albert Einstein a conseguire il premio Nobel per la Fisica nel 1921.

Intanto, nel mondo i conflitti fra le nazioni avevano preso fuoco, tanto da scatenare la prima guerra mondiale. Durante questo periodo Einstein è tra i pochi accademici tedeschi a criticare pubblicamente il coinvolgimento della Germania nella guerra. Con l'avvento al potere di Hitler, Einstein è costretto a emigrare negli Stati Uniti, dove gli venne offerta una cattedra presso l'Institute for Advanced Study di Princeton, nel New Jersey. Di fronte alla minaccia rappresentata dal regime nazista, il Nobel tedesco rinuncia alle posizioni pacifiste e nel 1939 scrive assieme a molti altri fisici una famosa lettera indirizzata al presidente Roosevelt, nella quale viene sottolineata la possibilità di realizzare una bomba atomica. La lettera segna l'inizio dei piani per la costruzione dell'arma nucleare.

Einstein ovviamente disprezza profondamente la violenza e, conclusi questi terribili anni di conflitti, si impegna attivamente contro la guerra e contro le persecuzioni razziste, compilando una dichiarazione pacifista contro le armi nucleari. Più volte, poi, ribadisce la necessità che gli intellettuali di ogni paese debbano essere disposti a tutti i sacrifici necessari per preservare la libertà politica e per impiegare le conoscenze scientifiche a scopi di pace. Albert Einstein si spegne all'età di 76 anni negli Stati Uniti, a Princeton, il giorno 18 aprile 1955, circondato dai più grandi onori.

A CURA DI

"La grandezza dell'uomo si misura in base a quel che cerca e all'insistenza con cui egli resta alla ricerca " 

Giuseppe Bruna

Caporedattore

"La bellezza delle cose esiste nella mente di chi le osserva" 

Kristal Aquilino

Redattrice

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